domenica 16 ottobre 2016

IL “GENDER” ……va a scuola anzi alla “BUONA SCUOLA” !!!


Ecco la scuola al suo secondo anno dopo l’approvazione della L. 107, meglio conosciuta come “La Buona Scuola”.
Molti associano La Buona Scuola con l’inserimento della  teoria Gender” o “di genere” nelle attività scolastiche, suscitando perplessità ma anche confusione nelle famiglie.
Ma cosa effettivamente il nuovo decreto legislativo apporta in merito all’educazione degli studenti della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria?
 Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza. Questa è la legge:
LEGGE 13 luglio 2015, n. 107 
Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti. Entrata in vigore il 16/07/2015. Della legge, costituita da un solo articolo e 212 commi faremo riferimento al n. 16.

“…..Comma 16. Il piano triennale dell'offerta formativa assicura l'attuazione dei principi di pari opportunità promuovendo nelle  scuole  di  ogni ordine e grado l'educazione alla parità tra i sessi, la  prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni,  al  fine  di informare e di sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori sulle tematiche indicate dall'articolo 5, comma 2, del  decreto-legge 14 agosto 2013, n. 93, convertito ……. dalla legge  15 ottobre 2013, n. 119……”.

Ma a cosa si riferiscono tutte queste altre normative citate nella L.107 e che cosa hanno a che fare con la teoria GENDER nella scuola?
La storia normativa parte dalla “Convenzione  di Istanbul” attuata appunto dalla L. 119/2013 (art. 3 lettera C) dove compare il termine “genere” riferito a ruoli, comportamenti, attività e attributi socialmente costruiti che una determinata società considera appropriati per donne e uomini e fa riferimento ad orientamento sessuale, identità di genere e prospettiva di genere.
Lo stesso governo italiano riconobbe la problematicità del termine rispetto all’impianto costituzionale italiano, ma la legge è diventata attuativa.
Dalla Convenzione di Istanbul si è passati all’adozione del «piano d'azione straordinario» nel mese di maggio 2015, che ha utilizzato il termine «genere» invece di «sesso», sulla scia interpretativa della prospettiva (teoria) gender e richiama in particolare l'obbiettivo di superare gli stereotipi che riguardano il ruolo sociale, la rappresentazione e il significato dell'essere donne e uomini (…) nel rispetto dell'identità di genere, culturale, religiosa, dell'orientamento sessuale (…) mediante l'inserimento di un approccio “di genere” nella pratica educativa e didattica.

Ma dove nasce questo termine? 
La teoria “del genere” nasce da uno psicologo e sessuologo neozelandese, il quale sosteneva che l’identità di genere è fluida e quindi soggetta a costanti aggiustamenti come descritta nel libro “ Bruce, Brenda e David” di John Colapinto in cui racconta la storia di due fratelli gemelli.

Dalla politica passiamo all’istruzione e quindi alla formazione dei cittadini !!!
Ecco come entra la legge nella governance della scuola italiana. Spieghiamo in concreto: all’interno di ogni Collegio Docenti (riunione formata da tutti gli insegnanti di uno stesso circolo didattico insieme al proprio dirigente), tutti gli insegnanti sono tenuti ad agire secondo le indicazioni legislative per assicurare all’utenza, l’attuazione dei principi ispiratori della normativa vigente. Quindi nei collegi si propongono e si votano attività in linea con la legge, sotto forma di progetti finanziati da ENTI LOCALI, dal MIUR e dall’ UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Raziali). I progetti approvati da ogni singolo Collegio, vengono inseriti  all’interno di un documento ufficiale, il PTOF, appunto il Piano Triennale Offerta Formativa (comma 16) che, dallo scorso anno 2015/2016, ogni scuola è obbligata a pubblicare sul sito “Scuola in chiaro”.
In ogni circolo quindi e/o istituto si prendono decisioni in merito a tutti quei progetti che quella singola scuola offrirà ai propri studenti anche in merito all’educazione della sfera emotivo-affettivo-sessuale.

C’è qualcosa a cui prestare attenzione in tutto ciò?
Sta di fatto che il comma 16 introduce legalmente un termine che, nella sua ampiezza e incerta definizione “genere” apre le porte a nuove interpretazioni sostituendo il termine “sesso” più specificatamente riferito al “sesso biologico”.
Questa teoria nega di fatto, la realtà scientifica e biologica della specie umana sostituendo il concetto naturale di “sesso” con quello culturale di “genere”, il quale a sua volta traduce l’anglosassone “gender”, un termine ormai lontano dalla Dichiarazione Universale dei Diritti sull’Uomo del 1948, che riconosceva la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna.

Tornando alla scuola…. Cosa fare allora?
Le famiglie devono vigilare sui programmi scolastici di ogni anno accademico i quali  potrebbero includere corsi ispirati alla teoria del Gender. Esse possono prendere visione delle proposte progettuali pubblicate sul sito di ogni scuola frequentata dai propri figli e chiedere, anche attraverso una richiesta formale al Dirigente Scolastico, in virtù dell’articolo 30 della costituzione italiana ancora vigente, di essere informati su ogni attività formativa che la scuola intende promuovere. A tal fine, si allega un modello di richiesta già utilizzato a livello nazionale. Per concludere, un po’ di ripasso dell’art. 3 della Costituzione: “ Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale  e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche , di condizioni personali e sociali. E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che… impediscono il pieno sviluppo della persona umana …”. Qualcuno forse ritiene che le parole utilizzate in questo articolo non siano abbastanza chiare tanto da volerne sostituire una?
Vanda Chiego (Chiesa della Grazia- Triggiano)

lunedì 29 agosto 2016

#PrayForItaly

For those wishing to help raise funds to assist the various needs of the earthquake victims in central Italy can make it through these aid channels :
www.pastorcorsini.com at section DONATE send your love offering "Pro Earthquake in Central Italy "
or on
Chiese Cristiane della Pentecoste
Bank Account : IBAN IT 47 R 03599 01899 050188531042
"Pro Earthquake in Central Italy"
This initiative by the Chiese Cristiane della Pentecoste in Italy!
info: pastorcorsini@gmail.com






domenica 17 luglio 2016

In questi giorni in cui l'Europa è dilaniata da uno spirito di morte in diverse nazioni, la Chiesa deve alzare la propria voce apostolica e profetica per insegnare a questo continente che la Parola di Dio dà autorità di scacciare ogni male. Siamo portatori della vera luce che illumina i cuori smarriti nell'oscurità di questo continente e ancora capaci di manifestare la potenza dello Spirito Santo nella vita ordinaria di ogni città. Siamo ambasciatori di un regno spirituale nel quale regna la pace, la gioia, l'amore, l'ordine, l'uguaglianza, la stima e il servizio compassionevole verso il prossimo. Abbiamo il mandato di diffondere la sapienza di Dio, lo stile di vita e le ricchezze spirituali del Regno di Dio. Non scoraggiamoci e non indietreggiamo di fronte alla recrudescenza intensa del male, ma più forti che mai avanziamo nella potenza di Gesù per sconfiggere ogni male e proclamare la Sua vittoria su ogni potere del maligno. E' tempo di risorgere e dichiarare Gesù Cristo quale Signore e Salvatore dell'Europa! ‪#‎PrayForEurope‬
Le Chiese Cristiane Della Pentecoste e Cristiani per la Puglia esprimono la loro vicinanza a tutti i familiari delle vittime dell incidente ferroviario avvenuto nella nostra terra di Puglia; la nostra preghiera e la nostra speranza è che questa tragedia e sacrificio di vite umane non si ripetano nuovamente, ma che si raccolgano propositi di un reale miglioramento del nostro territorio pugliese. Preghiamo per la Puglia! ‪#‎PrayForPuglia‬

martedì 28 giugno 2016

C’era una volta Non Mi Andava


Illustrazione di Alessia Tricarico

“C’era una volta” è il modo più idoneo per raccontare la storia di cronaca che segue. Per non minare la reputazione del soggetto di cui tratteremo, ci rivolgeremo a lui chiamandolo Non Mi Andava, che riflette a pieno la sua personalità e la sua vita. Se potessi scegliere tu il tuo nome, in base al tuo carattere, alla tua vita, come ti chiameresti?
Non Mi Andava nacque in una famiglia rispettabile in una piccola provincia, che non apprezzava granchè. Effettivamente non offriva chissà quali opportunità, ma lamentarsi del posto in cui viveva non avrebbe di certo cambiato le cose. I suoi genitori lo educarono, la scuola lo formò. Studiava perché doveva farlo, e anche se potevano esserci materie che lo interessavano, non si cimentava ad approfondirle più di tanto. Si iscrisse all’università, perché “doveva”. Cercò un lavoro, perché “doveva”. Non ebbe mai una promozione, perché si limitava a fare il suo dovere. Instaurò dei legami, ma definirli profondi è azzardato. Ebbe qualche relazione, fino ad avere la relazione. E’ evidente che la storia di Non Mi Andava non sembra caratterizzata da grande entusiasmo. Arrivò l’amore e tutto cambiò... No, non è vero. Non Mi Andava era sempre lo stesso, non sarebbe bastata un’altra persona per cambiare chi era. Seguì un matrimonio abbastanza gradevole, figli, nipoti, pensione. Fine. Questa è la vera storia di Non Mi Andava.
Ammettiamolo: è una pessima storia, di sicuro Hollywood non sborserebbe il becco di un quattrino per farne un film. Il nome Non Mi Andava ha un duplice significato: è sia un intercalare linguistico tipico dell’Italia del Sud,  “Non ho voglia di fare questo”ed è anche un altro modo di dire, anzi, di essere, ad esempio: “Ho provato quella maglietta, ma non mi andava”. Ecco chi è il nostro protagonista (adesso c’è bisogno di essere critici e cattivi). Non si può dire che non abbia fatto niente nella sua vita. Ha studiato, ha lavorato, si è sposato. Ma non ha fatto altro. E’ stato mediocre. Non ha messo passione, curiosità, entusiasmo, gioia di vivere nelle cose che ha fatto. 
Un mercoledì  quando aveva 14 anni, ha scoperto, durante una lezione di scienze, che l’oceano era un argomento interessante. I fondali marini, gli abissi profondi e impenetrabili, creature acquatiche dai mille colori, alcune pericolose, altre bellissime. Ha preso appunti, ha chiuso il libro, è tornato a casa. Fine. Non è andato in libreria a cercare libri che arricchissero quel leggero senso di fame che gli aveva preso non lo stomaco, ma la mente, lo spirito. Non ha googlato la parola “oceano”, non ha visto nessun documentario su Youtube. Non ha cercato un lavoretto estivo per permettersi delle lezioni di immersione. E’ iniziato ed è finito tutto quel mercoledì. 
La vita di Non Mi Andava non è stata sgradevole, ma non è stata neanche fantastica. Certo, dei bei momenti non sono mancati. Ma tutto qua. Ora, qual è stato il problema di Non Mi Andava? Dei genitori poco presenti? Degli insegnanti poco incoraggianti? Si tende sempre a cercare giustificazioni per quello che siamo, incolpando gli altri. Alcuni di noi, se si rendono conto di “desiderare di più”, possono sentirsi quasi arroganti; un’esistenza incredibile spetta a pochi eletti su questa Terra. E’ davvero necessario che anche la nostra vita sia incredibile? La verità è che viviamo in un tempo in cui il nostro respiro non può più essere fine a se stesso e ognuno deve prendersi le proprie responsabilità e scegliere di vivere non dignitosamente, di più.
Non Mi Andava non ha sbagliato niente nella sua vita. Ma è stato negligente. Negligente ha un’etimologia che risiede nella parola “trascurare”. L’azione c’è, ma l’intenzione, la volontà, il desiderio un po’ meno. Forse anche noi conosciamo qualcuno che è così: agisce perché “deve”, non credendoci davvero, dunque il risultato c’è, ma non è dei migliori. E’… mediocre.
Una delle prime persone mediocri e negligenti nella storia dell’umanità è stata Caino (Genesi 4). Mentre suo fratello Abele si applicava un po’ di più nell’allevamento e si sforzava perfino nel dare il primogenito degli animali in sacrificio a Dio, offerta di ringraziamento, Caino lavorava la terra, ma non dava al Signore i suoi frutti migliori. Ora la domanda sorge spontanea: perché? Forse perché non lo riteneva necessario, dare i prodotti migliori, li offriva perché gli era stato insegnato così; oppure non aveva prodotti migliori: le sue intere coltivazioni erano prodotti mangiabili, ma non di quelli che compreremmo anche ad un prezzo più alto se serviti su una bancarella di alimenti biologici certificati. La sua storia la conosciamo tutti: invidiò Abele, perché Dio aveva gradito più la sua offerta e finì in tragedia, con l’omicidio di suo fratello. Prima del sangue, prima della gelosia, cosa c’era stata? Negligenza. Insoddisfazione. A volte, si dà la colpa agli altri, alla vita, a Dio, se la nostra esistenza non è ricca di avventura, entusiasmante, “da brividi”. Ma forse, Non Mi Andava siamo noi. Non è scritto, nella Bibbia, ma credo che Abele non fosse semplicemente stato baciato dalla fortuna, e avesse quei bei vitellini per magia. Si svegliava presto ogni giorno per nutrirli, per farli pascolare; li curava, investiva tempo ed energie per ogni bestia del suo allevamento. E poi dava la parte migliore del suo lavoro ad un altro che non fosse se stesso. Non era egoista. 
Impegniamoci a far fruttare al meglio la nostra vita. Trasformiamo i sogni in progetti, non lasciamoli in chissà quale cassetto di una scrivania, in uno di quegli uffici collocati su un imprecisato piano di un grattacielo anonimo. Introvabili. Più ti impegni, più sarai benedetto. E se non hai la volontà, se sei un po’ pigro, chiedi a Dio quella forza sovrannaturale, perché è Dio che produce in voi il volere e l'agire, secondo il suo disegno benevolo” – Filippesi 2:13.
C’è un disegno benevolo per ognuno di noi, un sentiero, una strada. Tu hai la tua strada da seguire. Ma devi alzarti da quella sedia e camminare, a volte correre, a volte sudare. Sostituiamo alla negligenza, la diligenza. Non mi andava nacque in una famiglia rispettabile, in una provincia che non offriva molto, ecco perché si iscrisse ad un’associazione ambientale di volontariato per cambiare le condizioni della sua città. Un giorno, mentre guardava la televisione, beccò un documentario sull’oceano e rimase incantato dalle striature di quei pesci, che brillavano, anche se nuotavano così in profondità, che la luce non raggiungeva le loro pinne. Uscì di casa, acquistò manuali sul mare, terminò le scuole e si iscrisse all’Università. Fece della sua passione per il profondo blu un lavoro, e spingeva anche tutti i suoi amici ad impegnarsi per realizzare i propri sogni. A vent’anni si innamorò e si sposò, e non fu un matrimonio gradevole, fu di più. I suoi figli furono appassionati come lui e così i suoi nipoti. Non Mi Andava riuscì a cambiare il significato del suo nome, con la sua vita. Anche noi possiamo farlo. Se potessi scegliere come chiamarti, quale sarebbe il tuo nuovo nome?

giovedì 12 maggio 2016

L’euforia non entra nella valigia


Illustrazione di Alessia Tricarico
Il filosofo greco Seneca una volta disse: “Nessuno lontano dalla verità può dirsi felice”. E Gesù, il figlio di Dio, si può dire che confermò le sue parole: “Vi ho detto queste cose, affinché la mia gioia dimori in voi e la vostra gioia sia completa.”, Giovanni 15:11.
(Per capire il nesso di queste due frasi, bisogna partire da lontano. Quindi prendiamoci 5 minuti di curiosità).
 “Sono stressato”, “Ho bisogno di relax”, “Ho bisogno di una vacanza alla Maldive” sono tra le tre frasi che pronunciamo più spesso. La vita è frenetica, a volte ci portiamo perfino il lavoro a casa o siamo costretti a studiare anche nel week-end, per non parlare del motto “la casa non si pulisce da sola”, che forse non è un detto ufficiale, ma dovrebbe esserlo.
Allora ecco cosa noi esseri umani abbiamo creato per svagarci: l’intrattenimento. L’intrattenimento è tutto ciò con cui si riempie il tempo libero. Quindi cinema, discoteche, terme, feste, spettacoli e così via. Ci vogliamo solo divertire. In tutto ciò sicuramente non c’è niente di male. Peccato che sia solo un palliativo.
Quello che vogliamo, quando andiamo a ballare, a cantare al karaoke, quando gridiamo “Oggi voglio fare pazzie!” sono emozioni forti, intense. Ciò che stiamo cercando è l’euforia.
Euforia. L’etimologia non è male: εφορία, dal greco, “portare abbondanza”. Una sensazione di ottimismo, positività. Quello che proviamo andando ad un concerto, quello che vogliamo provare per stare bene, anche solo per una serata, una sola. Infatti è questo il problema dell’euforia, la durata. Esiste una fondamentale differenza tra le emozioni e i sentimenti. Le prime, le emozioni, sono molto intense, ma di breve durata; i sentimenti sono meno irruenti, ma di lunga durata. Ovviamente, l’euforia è un’emozione. Che tra l’altro, forse nasconde qualcosa di più… Perché, se ci pensiamo bene, a volte vedere un film o impiegare il tempo in qualsiasi attività ci passa per la testa è solo una scusa per fuggire da qualcosa che non ci piace. O da una vita che non ha preso la piega che ci aspettavamo.
Allora, come si può fare per essere sempre felici? O forse la domande è un’altra: si può essere sempre felici? Il problema è questo: noi cerchiamo l’euforia fuori, nelle cose, nelle persone, nelle situazioni. Forse non solo stiamo cercando nei posti sbagliati, ma anche la cosa sbagliata; infatti perché cercare un’emozione di breve durata, quando potremmo avere qualcosa, come la gioia, che dura di più? Fin quando dipenderemo dagli altri, da quello che ci succede intorno, non saremo mai padroni della nostra felicità.
Ma allora, come si fa? Innanzitutto, è bene capire cos’è la gioia. Gioia e “felicità” sono sinonimi e hanno lo stesso significato di euforia, cioè “abbondanza, prosperità”. E la differenza è che nasce da dentro, quindi non abbiamo bisogno di cercarla fuori. Se abbiamo la gioia dentro è perché Qualcuno ce l’ha messa nel cuore.
E qui ci ricolleghiamo alle due frasi con cui abbiamo cominciato questo articolo. Per avere una gioia completa e a tempo indeterminato, serve SOLO accettare di credere in Gesù e viverLo ogni giorno. Lui può darci tutto quello di cui abbiamo bisogno e non parlo di “cose materiali” (non solo di quelle), ma di qualcosa che duri più di un momento, che duri più di un paio d’ore. Un cambiamento dentro, così potente, così esplosivo, che non riesce ad essere contenuto solo all’interno del nostro cuore. Questo non significa che non avremo problemi nella vita, ma significa che ne avremo le soluzioni.
Seneca scriveva che se si sa la verità non si può non essere felici e in Giovanni 8:32 è altrettanto scritto: “Saprai la verità e la verità ti renderà libero”. E la verità chi è? Cos’è? E’ Gesù: “Io sono la via, la verità e la vita.” (Giovanni 14:6).
L’euforia, in valigia, non entra: potremo anche scappare in Brazil o nel Burundi, ma se non abbiamo la gioia, che è fatta a misura del cuore che indossiamo, non saremo mai felici e Un Solo Nome è in grado di fornircela.
E’ un ragionamento più che logico, no?
Ora, per chi cerca l’euforia della sfida, questa è la vera sfida: pensare che basti credere in Gesù per vivere la vita in modo abbondante, gioioso, senza pesi sul cuore. Così, quando andremo al cinema, sarà solo perché il film è interpretato dal nostro attore preferito e non perché non siamo soddisfatti della nostra vita, che non è come “nei film”…
Perché accontentarsi di un momento di euforia, quando puoi vivere l’eternità della felicità?

Scritto da Valeria Quarto 

domenica 1 maggio 2016

1 MAGGIO - Dio benedica tutti i lavoratori



Voglio condividere con voi, celebrando questa giornata di festa in ricordo dei tanti lavoratori che hanno perso la vita, e di quelli che oggi lavorano puntualmente con impegno, dedizione e passione, quello che la Parola di Dio dichiara, un vero e proprio manifesto per operai ed imprenditori.

Nella lettera agli Efesini 6:5-9 " Operai, ubbidite ai vostri imprenditori, cercando di fare del vostro meglio, con premura e rispetto, come se serviste Cristo stesso. Non lavorate sodo soltanto quando il datore di lavoro vi guarda per poi battere la fiacca quando è lontano. Lavorate con impegno e serenamente tutto il giorno, come se lavoraste per Cristo, e non per gli uomini, facendo la volontà di Dio con tutto il vostro cuore. Ricordatevi, operai o liberi che siate, il Signore vi ripagherà per ogni buona azione che fate. E voi, imprenditori, fate altrettanto verso i vostri operai. Non maltrattateli e ricordatevi che voi stessi siete operai di Cristo, e in cielo avete lo stesso datore che hanno loro, un datore di vita che non fa differenze personali." (parafrasi dal testo La Bibbia BDG). 

La Bibbia ha oggi una risposta per il mondo del lavoro. C'è bisogno di rispetto, di onestà, di vivere un rapporto di lavoro con serenità. Non si deve sfruttare l'operaio o il collaboratore, né si deve lavorare rubando tempo e denaro all' imprenditore. Quindi la Parola di Dio ci dice che tutti, imprenditori ed operai, devono lavorare con integrità, onestà, servendosi l'un l'altro, con rispetto, in quanto Dio stesso vede quanto ci impegniamo (come un "boss in incognito") e Lui stesso saprà ricompensarci e promuoverci giustamente.

Il mio desiderio è che finalmente Dio possa avere il posto che merita nel campo del lavoro, guidare ogni scelta, dare saggezza e come gestire operai ed opere. Devono essere ristabiliti i principi ed i valori cristiani quali parametri di equità e di solidarietà, il riconoscimento delle qualità di chi collabora per il successo di un' azienda, ma anche la capacità di essere una leadership che sappia dirigere con lealtà, coraggio e pazienza persone che sposano una visione, un sogno nati nel cuore di dell' imprenditore. Buon lavoro a tutti e che Dio benedica tutti i lavoratori!


pastor Saverio Corsini

domenica 27 marzo 2016

Buona Pasqua!


Oggi la più bella notizia che il mondo può ricevere è che Gesù è vivo ed è risorto dalla morte ormai da duemila anni.
Se non vedi luce per il tuo futuro,non hai la gioia di vivere e non hai speranza di essere guarito da una malattia incurabile, allora è tempo di risorgere e di ricevere il tuo miracolo e sperimentare la Sua potenza di resurrezione nel cambiare la storia della tua esistenza.
Chiedigli oggi stesso di far risuscitare i tuoi sogni seppelliti, di rimuovere ogni pietra che ti impedisce di vivere con entusiasmo,
di avere la forza di respingere il male e di attivare quella potenza per superare ogni ostacolo.
Ti sono vicino nella preghiera per vedere questa straordinaria
resurrezione nella tua vita, nella tua famiglia e nel tuo lavoro.
Sia questa la più bella Pasqua mai vissuta fino ad ora.

venerdì 12 febbraio 2016

[VIVARADIO MUSIC] Appuntamento settimanale con Charisma Music


Ritorna il programma radiofonico "Charisma Music" in onda ogni martedì alle ore 17:00 su VivaRadio Music. In questa nuova stagione sarà possibile seguirci LIVE su Youtube dove potrai interagire con noi in diretta, inviando i commenti e richieste di preghiera.