martedì 20 dicembre 2016
sabato 12 novembre 2016
domenica 16 ottobre 2016
IL “GENDER” ……va a scuola anzi alla “BUONA SCUOLA” !!!
Ecco la scuola al suo secondo anno dopo
l’approvazione della L. 107, meglio conosciuta come “La Buona Scuola”.
Molti associano La Buona Scuola con l’inserimento della “teoria Gender” o “di genere” nelle attività scolastiche, suscitando perplessità ma anche confusione nelle famiglie.
Molti associano La Buona Scuola con l’inserimento della “teoria Gender” o “di genere” nelle attività scolastiche, suscitando perplessità ma anche confusione nelle famiglie.
Ma
cosa effettivamente il nuovo decreto legislativo apporta in merito
all’educazione degli studenti della scuola dell’infanzia, primaria e
secondaria?
Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza. Questa
è la legge:
LEGGE 13
luglio 2015, n. 107
Riforma del sistema nazionale di istruzione e
formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative
vigenti. Entrata in vigore il 16/07/2015. Della legge, costituita da un
solo articolo e 212 commi faremo riferimento al n. 16.
“…..Comma
16. Il piano triennale dell'offerta
formativa assicura l'attuazione dei principi di pari opportunità
promuovendo nelle scuole di
ogni ordine e grado l'educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al
fine di informare e di
sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori sulle tematiche indicate dall'articolo
5, comma 2, del decreto-legge 14 agosto
2013, n. 93, convertito ……. dalla legge
15 ottobre 2013, n. 119……”.
Ma a cosa si riferiscono tutte queste altre
normative citate nella L.107 e che cosa hanno a che fare con la teoria GENDER
nella scuola?
La storia normativa parte dalla
“Convenzione di Istanbul” attuata appunto
dalla L. 119/2013 (art. 3 lettera C) dove compare il termine “genere” riferito a ruoli,
comportamenti, attività e attributi socialmente costruiti che una determinata società considera appropriati per
donne e uomini e fa riferimento ad orientamento sessuale, identità di genere e prospettiva di genere.
Lo stesso governo italiano riconobbe la
problematicità del termine rispetto all’impianto costituzionale italiano, ma la
legge è diventata attuativa.
Dalla Convenzione di Istanbul si è passati
all’adozione del «piano d'azione straordinario» nel mese di maggio 2015, che ha
utilizzato il termine «genere» invece di «sesso», sulla scia interpretativa
della prospettiva (teoria) gender e richiama in particolare l'obbiettivo di
superare gli stereotipi che riguardano il ruolo sociale, la rappresentazione e
il significato dell'essere donne e uomini (…) nel rispetto dell'identità di
genere, culturale, religiosa, dell'orientamento sessuale (…) mediante
l'inserimento di un approccio “di genere” nella
pratica educativa e didattica.
La teoria “del genere” nasce da uno psicologo e sessuologo neozelandese, il quale sosteneva che l’identità di genere è fluida e quindi soggetta a costanti aggiustamenti come descritta nel libro “ Bruce, Brenda e David” di John Colapinto in cui racconta la storia di due fratelli gemelli.
Dalla politica passiamo all’istruzione e quindi alla formazione dei cittadini !!!
Ecco come entra la legge nella governance della scuola italiana. Spieghiamo in
concreto: all’interno di ogni Collegio Docenti (riunione formata da
tutti gli insegnanti di uno stesso circolo didattico insieme al proprio
dirigente), tutti gli insegnanti sono tenuti ad agire secondo le indicazioni
legislative per assicurare all’utenza, l’attuazione dei principi ispiratori
della normativa vigente. Quindi nei collegi si propongono e si votano attività
in linea con la legge, sotto forma di progetti finanziati da ENTI LOCALI, dal
MIUR e dall’ UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Raziali). I progetti
approvati da ogni singolo Collegio, vengono inseriti all’interno di un documento ufficiale, il
PTOF, appunto il Piano Triennale Offerta Formativa (comma 16) che, dallo scorso
anno 2015/2016, ogni scuola è obbligata a pubblicare sul sito “Scuola in
chiaro”.
In ogni circolo quindi e/o istituto si prendono
decisioni in merito a tutti quei progetti che quella singola scuola offrirà ai
propri studenti anche in merito all’educazione della sfera
emotivo-affettivo-sessuale.
C’è qualcosa a cui prestare attenzione in tutto ciò?
Sta di fatto che il comma 16 introduce legalmente un termine che, nella sua ampiezza e incerta definizione “genere” apre le porte a nuove interpretazioni sostituendo il termine “sesso” più specificatamente riferito al “sesso biologico”.
Questa teoria nega di fatto, la realtà scientifica e biologica della specie umana sostituendo il concetto naturale di “sesso” con quello culturale di “genere”, il quale a sua volta traduce l’anglosassone “gender”, un termine ormai lontano dalla Dichiarazione Universale dei Diritti sull’Uomo del 1948, che riconosceva la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna.
Tornando alla scuola…. Cosa fare allora?
Vanda Chiego (Chiesa della Grazia- Triggiano)
lunedì 29 agosto 2016
#PrayForItaly
For those wishing to help raise funds to assist the various needs of the earthquake victims in central Italy can make it through these aid channels :
www.pastorcorsini.com at section DONATE send your love offering "Pro Earthquake in Central Italy "
or on
Chiese Cristiane della Pentecoste
Bank Account : IBAN IT 47 R 03599 01899 050188531042
"Pro Earthquake in Central Italy"
This initiative by the Chiese Cristiane della Pentecoste in Italy!
info: pastorcorsini@gmail.com
www.pastorcorsini.com at section DONATE send your love offering "Pro Earthquake in Central Italy "
or on
Chiese Cristiane della Pentecoste
Bank Account : IBAN IT 47 R 03599 01899 050188531042
"Pro Earthquake in Central Italy"
This initiative by the Chiese Cristiane della Pentecoste in Italy!
info: pastorcorsini@gmail.com
domenica 17 luglio 2016
In questi giorni in cui l'Europa è dilaniata da uno spirito di morte in diverse nazioni, la Chiesa deve alzare la propria voce apostolica e profetica per insegnare a questo continente che la Parola di Dio dà autorità di scacciare ogni male. Siamo portatori della vera luce che illumina i cuori smarriti nell'oscurità di questo continente e ancora capaci di manifestare la potenza dello Spirito Santo nella vita ordinaria di ogni città. Siamo ambasciatori di un regno spirituale nel quale regna la pace, la gioia, l'amore, l'ordine, l'uguaglianza, la stima e il servizio compassionevole verso il prossimo. Abbiamo il mandato di diffondere la sapienza di Dio, lo stile di vita e le ricchezze spirituali del Regno di Dio. Non scoraggiamoci e non indietreggiamo di fronte alla recrudescenza intensa del male, ma più forti che mai avanziamo nella potenza di Gesù per sconfiggere ogni male e proclamare la Sua vittoria su ogni potere del maligno. E' tempo di risorgere e dichiarare Gesù Cristo quale Signore e Salvatore dell'Europa! #PrayForEurope
Le Chiese Cristiane Della Pentecoste e Cristiani per la Puglia esprimono la loro vicinanza a tutti i familiari delle vittime dell incidente ferroviario avvenuto nella nostra terra di Puglia; la nostra preghiera e la nostra speranza è che questa tragedia e sacrificio di vite umane non si ripetano nuovamente, ma che si raccolgano propositi di un reale miglioramento del nostro territorio pugliese. Preghiamo per la Puglia! #PrayForPuglia
martedì 28 giugno 2016
C’era una volta Non Mi Andava
Illustrazione di Alessia Tricarico |
“C’era una volta” è il modo
più idoneo per raccontare la storia di cronaca che segue. Per non minare la
reputazione del soggetto di cui tratteremo, ci rivolgeremo a lui chiamandolo
Non Mi Andava, che riflette a pieno la sua personalità e la sua vita. Se
potessi scegliere tu il tuo nome, in base al tuo carattere, alla tua vita, come
ti chiameresti?
Non Mi Andava nacque in una
famiglia rispettabile in una piccola provincia, che non apprezzava granchè.
Effettivamente non offriva chissà quali opportunità, ma lamentarsi del posto in
cui viveva non avrebbe di certo cambiato le cose. I suoi genitori lo educarono,
la scuola lo formò. Studiava perché doveva farlo, e anche se potevano esserci
materie che lo interessavano, non si cimentava ad approfondirle più di tanto.
Si iscrisse all’università, perché “doveva”. Cercò un lavoro, perché “doveva”.
Non ebbe mai una promozione, perché si limitava a fare il suo dovere. Instaurò
dei legami, ma definirli profondi è azzardato. Ebbe qualche relazione, fino ad
avere la relazione. E’ evidente che
la storia di Non Mi Andava non sembra caratterizzata da grande entusiasmo.
Arrivò l’amore e tutto cambiò... No, non è vero. Non Mi Andava era sempre lo
stesso, non sarebbe bastata un’altra persona per cambiare chi era. Seguì un
matrimonio abbastanza gradevole, figli, nipoti, pensione. Fine. Questa è la
vera storia di Non Mi Andava.
Ammettiamolo: è una pessima
storia, di sicuro Hollywood non sborserebbe il becco di un quattrino per farne
un film. Il nome Non Mi Andava ha un duplice significato: è sia un intercalare
linguistico tipico dell’Italia del Sud,
“Non ho voglia di fare questo”ed è anche un altro modo di dire, anzi, di
essere, ad esempio: “Ho provato quella maglietta, ma non mi andava”. Ecco chi è
il nostro protagonista (adesso c’è bisogno di essere critici e cattivi). Non si
può dire che non abbia fatto niente nella sua vita. Ha studiato, ha lavorato,
si è sposato. Ma non ha fatto altro. E’ stato mediocre. Non ha messo passione,
curiosità, entusiasmo, gioia di vivere nelle cose che ha fatto.
Un mercoledì quando aveva 14 anni, ha scoperto, durante una
lezione di scienze, che l’oceano era un argomento interessante. I fondali
marini, gli abissi profondi e impenetrabili, creature acquatiche dai mille
colori, alcune pericolose, altre bellissime. Ha preso appunti, ha chiuso il
libro, è tornato a casa. Fine. Non è andato in libreria a cercare libri che
arricchissero quel leggero senso di fame che gli aveva preso non lo stomaco, ma
la mente, lo spirito. Non ha googlato la parola “oceano”, non ha visto nessun
documentario su Youtube. Non ha cercato un lavoretto estivo per permettersi
delle lezioni di immersione. E’ iniziato ed è finito tutto quel mercoledì.
La vita di Non Mi Andava non
è stata sgradevole, ma non è stata neanche fantastica. Certo, dei bei momenti
non sono mancati. Ma tutto qua. Ora, qual è stato il problema di Non Mi Andava?
Dei genitori poco presenti? Degli insegnanti poco incoraggianti? Si tende sempre
a cercare giustificazioni per quello che siamo, incolpando gli altri. Alcuni di
noi, se si rendono conto di “desiderare di più”, possono sentirsi quasi
arroganti; un’esistenza incredibile spetta a pochi eletti su questa Terra. E’
davvero necessario che anche la nostra
vita sia incredibile? La verità è che
viviamo in un tempo in cui il nostro respiro non può più essere fine a se
stesso e ognuno deve prendersi le proprie responsabilità e scegliere di vivere
non dignitosamente, di più.
Non Mi Andava non ha
sbagliato niente nella sua vita. Ma è stato negligente. Negligente ha
un’etimologia che risiede nella parola “trascurare”. L’azione c’è, ma
l’intenzione, la volontà, il desiderio un po’ meno. Forse anche noi conosciamo
qualcuno che è così: agisce perché “deve”, non credendoci davvero, dunque il
risultato c’è, ma non è dei migliori. E’… mediocre.
Una delle prime persone
mediocri e negligenti nella storia dell’umanità è stata Caino (Genesi 4).
Mentre suo fratello Abele si applicava un po’ di più nell’allevamento e si
sforzava perfino nel dare il primogenito degli animali in sacrificio a Dio,
offerta di ringraziamento, Caino lavorava la terra, ma non dava al Signore i
suoi frutti migliori. Ora la domanda sorge spontanea: perché? Forse perché non
lo riteneva necessario, dare i prodotti migliori, li offriva perché gli era
stato insegnato così; oppure non aveva prodotti migliori: le sue intere
coltivazioni erano prodotti mangiabili, ma non di quelli che compreremmo anche
ad un prezzo più alto se serviti su una bancarella di alimenti biologici
certificati. La sua storia la conosciamo tutti: invidiò Abele, perché Dio aveva
gradito più la sua offerta e finì in tragedia, con l’omicidio di suo fratello.
Prima del sangue, prima della gelosia, cosa c’era stata? Negligenza.
Insoddisfazione. A volte, si dà la colpa agli altri, alla vita, a Dio, se la
nostra esistenza non è ricca di avventura, entusiasmante, “da brividi”. Ma
forse, Non Mi Andava siamo noi. Non è scritto, nella Bibbia, ma credo che Abele
non fosse semplicemente stato baciato dalla fortuna, e avesse quei bei
vitellini per magia. Si svegliava presto ogni giorno per nutrirli, per farli
pascolare; li curava, investiva tempo ed energie per ogni bestia del suo
allevamento. E poi dava la parte migliore del suo lavoro ad un altro che non
fosse se stesso. Non era egoista.
Impegniamoci a far fruttare
al meglio la nostra vita. Trasformiamo i sogni in progetti, non lasciamoli in
chissà quale cassetto di una scrivania, in uno di quegli uffici collocati su un
imprecisato piano di un grattacielo anonimo. Introvabili. Più ti impegni, più
sarai benedetto. E se non hai la volontà, se sei un po’ pigro, chiedi a Dio
quella forza sovrannaturale, perché è
Dio che produce in voi il volere e l'agire, secondo il suo disegno benevolo” –
Filippesi 2:13.
C’è un disegno benevolo per ognuno di noi, un sentiero, una strada. Tu hai la tua strada da seguire. Ma devi alzarti da quella sedia e camminare, a volte correre, a volte sudare. Sostituiamo alla negligenza, la diligenza. Non mi andava nacque in una famiglia rispettabile, in una provincia che non offriva molto, ecco perché si iscrisse ad un’associazione ambientale di volontariato per cambiare le condizioni della sua città. Un giorno, mentre guardava la televisione, beccò un documentario sull’oceano e rimase incantato dalle striature di quei pesci, che brillavano, anche se nuotavano così in profondità, che la luce non raggiungeva le loro pinne. Uscì di casa, acquistò manuali sul mare, terminò le scuole e si iscrisse all’Università. Fece della sua passione per il profondo blu un lavoro, e spingeva anche tutti i suoi amici ad impegnarsi per realizzare i propri sogni. A vent’anni si innamorò e si sposò, e non fu un matrimonio gradevole, fu di più. I suoi figli furono appassionati come lui e così i suoi nipoti. Non Mi Andava riuscì a cambiare il significato del suo nome, con la sua vita. Anche noi possiamo farlo. Se potessi scegliere come chiamarti, quale sarebbe il tuo nuovo nome?
C’è un disegno benevolo per ognuno di noi, un sentiero, una strada. Tu hai la tua strada da seguire. Ma devi alzarti da quella sedia e camminare, a volte correre, a volte sudare. Sostituiamo alla negligenza, la diligenza. Non mi andava nacque in una famiglia rispettabile, in una provincia che non offriva molto, ecco perché si iscrisse ad un’associazione ambientale di volontariato per cambiare le condizioni della sua città. Un giorno, mentre guardava la televisione, beccò un documentario sull’oceano e rimase incantato dalle striature di quei pesci, che brillavano, anche se nuotavano così in profondità, che la luce non raggiungeva le loro pinne. Uscì di casa, acquistò manuali sul mare, terminò le scuole e si iscrisse all’Università. Fece della sua passione per il profondo blu un lavoro, e spingeva anche tutti i suoi amici ad impegnarsi per realizzare i propri sogni. A vent’anni si innamorò e si sposò, e non fu un matrimonio gradevole, fu di più. I suoi figli furono appassionati come lui e così i suoi nipoti. Non Mi Andava riuscì a cambiare il significato del suo nome, con la sua vita. Anche noi possiamo farlo. Se potessi scegliere come chiamarti, quale sarebbe il tuo nuovo nome?
giovedì 12 maggio 2016
L’euforia non entra nella valigia
Illustrazione di Alessia Tricarico |
Il filosofo
greco Seneca una volta disse: “Nessuno lontano dalla verità può dirsi felice”.
E Gesù, il figlio di Dio, si può dire che confermò le sue parole: “Vi ho detto
queste cose, affinché la mia gioia dimori in voi e la vostra gioia sia completa.”,
Giovanni 15:11.
(Per capire
il nesso di queste due frasi, bisogna partire da lontano. Quindi prendiamoci 5
minuti di curiosità).
“Sono stressato”, “Ho bisogno di relax”, “Ho
bisogno di una vacanza alla Maldive” sono tra le tre frasi che pronunciamo più
spesso. La vita è frenetica, a volte ci portiamo perfino il lavoro a casa o siamo
costretti a studiare anche nel week-end, per non parlare del motto “la casa non
si pulisce da sola”, che forse non è un detto ufficiale, ma dovrebbe esserlo.
Allora ecco cosa noi esseri
umani abbiamo creato per svagarci: l’intrattenimento.
L’intrattenimento è tutto ciò con cui si riempie il tempo libero. Quindi
cinema, discoteche, terme, feste, spettacoli e così via. Ci vogliamo solo
divertire. In tutto ciò sicuramente non c’è niente di male. Peccato che sia
solo un palliativo.
Quello che vogliamo, quando
andiamo a ballare, a cantare al karaoke, quando gridiamo “Oggi voglio fare
pazzie!” sono emozioni forti, intense. Ciò che stiamo cercando è l’euforia.
Euforia. L’etimologia non è male: εὐφορία, dal
greco, “portare abbondanza”. Una sensazione di ottimismo, positività. Quello
che proviamo andando ad un concerto, quello che vogliamo provare per
stare bene, anche solo per una serata, una sola. Infatti è questo il problema
dell’euforia, la durata. Esiste una fondamentale differenza tra le emozioni e i
sentimenti. Le prime, le emozioni, sono molto intense, ma di breve durata; i
sentimenti sono meno irruenti, ma di lunga durata. Ovviamente, l’euforia è
un’emozione. Che tra l’altro, forse nasconde qualcosa di più… Perché, se ci
pensiamo bene, a volte vedere un film o impiegare il tempo in qualsiasi
attività ci passa per la testa è solo
una scusa per fuggire da qualcosa che non ci piace. O da una vita che non ha
preso la piega che ci aspettavamo.
Allora, come si può fare per essere sempre felici? O forse la domande è
un’altra: si può essere sempre felici? Il problema è questo: noi
cerchiamo l’euforia fuori, nelle cose, nelle persone, nelle situazioni. Forse
non solo stiamo cercando nei posti sbagliati, ma anche la cosa sbagliata;
infatti perché cercare un’emozione di breve durata, quando potremmo avere
qualcosa, come la gioia, che dura di più? Fin
quando dipenderemo dagli altri, da quello che ci succede intorno, non saremo
mai padroni della nostra felicità.
Ma allora, come si fa? Innanzitutto, è bene capire cos’è la gioia.
Gioia e “felicità” sono sinonimi e hanno lo stesso significato di euforia, cioè
“abbondanza, prosperità”. E la differenza è che nasce da dentro, quindi non
abbiamo bisogno di cercarla fuori. Se abbiamo la gioia dentro è perché
Qualcuno ce l’ha messa nel cuore.
E qui ci ricolleghiamo alle due frasi con cui abbiamo cominciato questo
articolo. Per avere una gioia completa e a tempo indeterminato, serve SOLO
accettare di credere in Gesù e viverLo ogni giorno. Lui può darci tutto quello
di cui abbiamo bisogno e non parlo di “cose materiali” (non solo di quelle), ma
di qualcosa che duri più di un momento,
che duri più di un paio d’ore. Un cambiamento dentro, così potente, così
esplosivo, che non riesce ad essere contenuto solo all’interno del nostro
cuore. Questo non significa che non avremo problemi nella vita, ma
significa che ne avremo le soluzioni.
Seneca scriveva che se si sa la verità non si può non essere felici e
in Giovanni 8:32 è altrettanto scritto: “Saprai la verità e la verità ti renderà libero”. E la verità
chi è? Cos’è? E’ Gesù: “Io sono la via, la verità e la vita.” (Giovanni 14:6).
L’euforia, in valigia, non entra:
potremo anche scappare in Brazil o nel Burundi, ma se non abbiamo la gioia, che
è fatta a misura del cuore che indossiamo, non saremo mai felici e Un Solo Nome
è in grado di fornircela.
E’ un
ragionamento più che logico, no?
Ora, per chi cerca l’euforia della sfida, questa è la vera sfida: pensare che basti credere in Gesù per vivere la vita in modo abbondante, gioioso, senza pesi sul cuore. Così, quando andremo al cinema, sarà solo perché il film è interpretato dal nostro attore preferito e non perché non siamo soddisfatti della nostra vita, che non è come “nei film”…
Perché accontentarsi di un momento di euforia,
quando puoi vivere l’eternità della felicità?Ora, per chi cerca l’euforia della sfida, questa è la vera sfida: pensare che basti credere in Gesù per vivere la vita in modo abbondante, gioioso, senza pesi sul cuore. Così, quando andremo al cinema, sarà solo perché il film è interpretato dal nostro attore preferito e non perché non siamo soddisfatti della nostra vita, che non è come “nei film”…
Scritto da Valeria Quarto
martedì 10 maggio 2016
domenica 8 maggio 2016
domenica 1 maggio 2016
1 MAGGIO - Dio benedica tutti i lavoratori
Voglio condividere
con voi, celebrando questa giornata di festa in ricordo dei tanti lavoratori
che hanno perso la vita, e di quelli che oggi lavorano puntualmente con
impegno, dedizione e passione, quello che la Parola di Dio dichiara, un vero e
proprio manifesto per operai ed imprenditori.
Nella lettera agli Efesini 6:5-9 " Operai, ubbidite ai vostri
imprenditori, cercando di fare del vostro meglio, con premura e rispetto, come
se serviste Cristo stesso. Non lavorate sodo soltanto quando il datore di lavoro
vi guarda per poi battere la fiacca quando è lontano. Lavorate con impegno e
serenamente tutto il giorno, come se lavoraste per Cristo, e non per gli
uomini, facendo la volontà di Dio con tutto il vostro cuore. Ricordatevi,
operai o liberi che siate, il Signore vi ripagherà per ogni buona azione che
fate. E voi, imprenditori, fate altrettanto verso i vostri operai. Non
maltrattateli e ricordatevi che voi stessi siete operai di Cristo, e in cielo
avete lo stesso datore che hanno loro, un datore di vita che non fa differenze
personali." (parafrasi dal testo La Bibbia BDG).
La Bibbia ha oggi una
risposta per il mondo del lavoro. C'è bisogno di rispetto, di onestà, di vivere
un rapporto di lavoro con serenità. Non si deve sfruttare l'operaio o il
collaboratore, né si deve lavorare rubando tempo e denaro all' imprenditore.
Quindi la Parola di Dio ci dice che tutti, imprenditori ed operai, devono
lavorare con integrità, onestà, servendosi l'un l'altro, con rispetto, in
quanto Dio stesso vede quanto ci impegniamo (come un "boss in
incognito") e Lui stesso saprà ricompensarci e promuoverci giustamente.
Il
mio desiderio è che finalmente Dio possa avere il posto che merita nel campo
del lavoro, guidare ogni scelta, dare saggezza e come gestire operai ed opere.
Devono essere ristabiliti i principi ed i valori cristiani quali parametri di
equità e di solidarietà, il riconoscimento delle qualità di chi collabora per
il successo di un' azienda, ma anche la capacità di essere una leadership che
sappia dirigere con lealtà, coraggio e pazienza persone che sposano una
visione, un sogno nati nel cuore di dell' imprenditore. Buon lavoro a tutti e
che Dio benedica tutti i lavoratori!
pastor Saverio
Corsini
lunedì 25 aprile 2016
sabato 16 aprile 2016
domenica 27 marzo 2016
Buona Pasqua!
Oggi la più bella notizia che il mondo può ricevere è che Gesù è vivo ed è risorto dalla morte ormai da duemila anni.
Se non vedi luce per il tuo futuro,non hai la gioia di vivere e non hai speranza di essere guarito da una malattia incurabile, allora è tempo di risorgere e di ricevere il tuo miracolo e sperimentare la Sua potenza di resurrezione nel cambiare la storia della tua esistenza.
Chiedigli oggi stesso di far risuscitare i tuoi sogni seppelliti, di rimuovere ogni pietra che ti impedisce di vivere con entusiasmo,
di avere la forza di respingere il male e di attivare quella potenza per superare ogni ostacolo.
Ti sono vicino nella preghiera per vedere questa straordinaria
resurrezione nella tua vita, nella tua famiglia e nel tuo lavoro.
Sia questa la più bella Pasqua mai vissuta fino ad ora.
sabato 19 marzo 2016
mercoledì 9 marzo 2016
martedì 8 marzo 2016
mercoledì 2 marzo 2016
sabato 27 febbraio 2016
venerdì 12 febbraio 2016
[VIVARADIO MUSIC] Appuntamento settimanale con Charisma Music
Ritorna il programma radiofonico "Charisma Music" in onda ogni martedì alle ore 17:00 su VivaRadio Music. In questa nuova stagione sarà possibile seguirci LIVE su Youtube dove potrai interagire con noi in diretta, inviando i commenti e richieste di preghiera.
mercoledì 10 febbraio 2016
mercoledì 20 gennaio 2016
Iscriviti a:
Post (Atom)