domenica 15 marzo 2015

15. NUOVO PIANO



Illustrazione di Alessia Tricarico
E’ sera e sono in camera con Roy ed Emma e mostro il timbro del Cappellano.

“Difensore Reale”.

«Hanno inventato appositamente per te un incarico che prima non esisteva! E’ meglio di quanto potessimo desiderare!» esclama Roy, entusiasta.

Roy è fifone quanto positivo nelle cose.

Forse è per questo che spesso ha paura: vede possibilità sempre e comunque, e si sa, quando hai molte opportunità davanti, hai paura di bruciartele o di rimanere improvvisamente senza niente, di vedere i tuoi sogni infranti.

Io non ho mai pensato davvero al mio futuro.

Non so se si tratta della mia apatia nei confronti della vita o perché, come ho letto da qualche parte, sono uno di quelli che “vive alla giornata”.

Ma è giusto, questo? E’ il modo migliore di vivere, quello di non pensare al domani e non avere sogni?

Io non ho sogni.

«Ma si tratta del Principe, non del Re», Emma vede sempre tutto nero.

«Il ragazzino trascorre comunque molto tempo con suo padre. E inoltre, cosa più importante, Lui mi vede come un eroe, perciò ho già guadagnato terreno», le dico, cercando di rassicurarla.

«E presto guadagnerai la sua fiducia», aggiunge Roy.

«Secondo me dovresti giocarti la carta dell’orfano, ti riuscirà benissimo, perché lo sei davvero».

L’ho già detto che Roy ha solo quattro sensi, perché gli manca quello del tatto?

Ovviamente non mi offendo, sia perché è mio amico e so come è fatto, sia perché non posso scientificamente farlo.

«Sei davvero orfano?» Emma sembra sconvolta e allo stesso tempo un po’ dispiaciuta per questo.

«Già».

La guardo per la prima volta in faccia, dato che con lei è sempre e solo una sfida occhi-negli-occhi a chi abbassa lo sguardo per primo. Ha il volto spruzzato di lentiggini e grandi occhi castani.

«Anche io non ho conosciuto mai mio padre. Se ne andò di casa quando avevo pochi mesi. Non me lo ricordo». Questo spiega tutti i suoi problemi col sesso maschile.

«Si, ci dispiace Fox, davvero, davvero tanto, ma possiamo ritornare alle cose importanti, ovvero: adesso andrai a vivere ai piani alti?», domanda Roy, scatenando lo scatto di un pugno da parte di Emma, in pieno petto.

«Ehi, Fox, se volevi tastare i miei addominali bastava chiederlo!», esclama lui.

La situazione sta prendendo una piega imbarazzante, da camerata di liceali in gita scolastica il cui professore si è dovuto assentare un attimo.

«D’accordo, continuerete a litigare quando me ne sarò andato», la chiudo io.

 «E, si, andrò a vivere nell’appartamento accanto a quello di Enok, che è a due stanze di distanza da quello del Re».

«Perfetto… Appena puoi, dovresti dargli un’occhiata», mi suggerisce Emma.

«Sarà fatto. Riunione nello stanzino tra due giorni, a mezzanotte, ci state?», chiedo.

Acconsentono.

Potrebbe essere una grande responsabilità e opportunità per avvicinarmi a sufficienza al re e ucciderlo.

E’ vero, può essere apparentemente buono e saggio.

Ma non dimentico la mia patria.

Inoltre ammetto che non sono del tutto convinto di questo incarico: un Re come Lui che sa di avere tanti nemici (d’accordo, nemici che crede essere tutti al di fuori delle mura di Gelso), ma apposta un ragazzo sconosciuto, tra l’altro un Bianco, sapendo quanto i soldati di Clorophilia siano scarsi, a proteggere quella che dovrebbe essere la cosa più preziosa, suo figlio.

Può significare diverse cose.

Che si sente eccessivamente sicuro di sé, che può permetterselo perché è effettivamente “immortale” come molti dicono. O che suo figlio non è così importante. Non escludo nessuna possibilità, il buonismo ha fregato molti uomini.

Intanto ammiro le nuvole di questo cielo, da una vetrata del corridoio del palazzo.

E non ho timori per il domani.

Scritto da Valeria Quarto


Nessun commento: