domenica 6 settembre 2015

32. PAUSA



«Prima troviamo gli altri, fermiamo Corallo e poi ci rimaterializziamo nella nostra realtà», annuncio.

Enock fa cenno di sì con la testa.

Credo che ora, entrambi siamo pervasi da un piccolo senso di sicurezza: sappiamo come “tornare indietro”.

Ma non è la nostra priorità.

Dobbiamo trovare Roy.

Roy non ha mai nascosto la sua ammirazione per me.

La verità è che sono io a doverlo ammirare.

E’ facile agire e parlare, quando non provi sentimenti.

Sei costantemente lucido, obiettivo, logico, oggettivo.

Matematico.

E’ difficile sbagliare.

Perché, diciamolo, il cuore è ingannevole, stravolge i piani nella tua mente e fa vedere ai tuoi 
occhi la realtà non proprio così com’è…

Roy non si fa dominare dalle emozioni.

Spesso ho assistito a questi “combattimenti”, quante volte è stato indeciso sul fare ciò che fosse giusto e ciò che avrebbe voluto fare, ciò che desiderava.

A volte, ha dato retta ai sentimenti, a volte è caduto, ma si è sempre rialzato e rimesso in gioco.

Ma poi, crescendo, ha imparato a gestire la sua stessa volontà, in virtù di tutto ciò che andasse “oltre” a lui.

Io non ho mai dovuto mettermi in gioco, non ho mai sofferto nel dubbio tra il bene e il male, tra la cosa giusta e i miei desideri.

Io non desidero.

«Adesso che facciamo?», mi domanda Enock, distogliendomi dai miei pensieri.

«Beh, su tre punti da attuare, ce ne rimangono ancora due. Quindi, proseguiamo per le altre stanze».

«Ma ce ne rimangono solo un paio, non vedo come potrebbero essere, per esempio, da mio padre!», esclama il fanciullo.

«E, aggiungerei, ho fame!»

Bambini.

Un rumore improvviso distoglie la mia attenzione da lui.

Il mio stomaco.

«A quanto pare, non sono l’unico ad averne», sogghigna con fare vittorioso (cosa avrebbe vinto?), mentre usciamo dalla biblioteca e vedo prendere le scale per scendere.

«Dove vai?»

«Pensavo fosse chiaro», borbotta «andiamo un attimo alle cucine, ci mangiamo un panino al volo e poi proseguiamo la ricerca».

«Non se ne parla, perderemmo solo altro e troppo tempo»

«Ma abbiamo bisogno di energie! Se c’è da combattere contro Corallo? Vuoi essere fiacco? Lui era il numero uno nella lotta greco romana, sai?», non so se cerca di impressionarmi o semplicemente di convincermi perché ha tanta fame, ma sento il mio stomaco spingermi ad accettare la sua proposta.

«E poi, è un modo in più per dare un secondo sguardo al castello», aggiunge sgranando gli occhi, sicuro che facendola sembrare “una cosa di lavoro”, ceda.

«Beh, muoviamoci», dico.

Ho fame.

Inoltre, non credo che Corallo possa essere nella stanza del Re, o l’avrebbe già bel e ucciso.

Forse ci è sfuggito qualcosa.


Ma, adesso, andiamo a mangiare.

Scritto da Valeria Quarto

Nessun commento: