Pasqua è il grande evento che sta nel cuore della fede cristiana, e se c'è una parola che ne racchiude il senso e il significato, questa parola è "speranza". La speranza è stato cablata nella psiche umana. La speranza non è un pio desiderio, ma l'opposto della disperazione e del cinismo. E' la consapevolezza istintiva che il bene può vincere il male. E ' possibile superare la tragedia della perdita e della morte, lottare contro ogni contraria probabilità, superare le avversità, per conseguire atti eroici. La speranza dà una forza inaspettata in tempi tristi e apparentemente senza via d'uscita, quando sperimentiamo una perdita e lo scivolare via della sicurezza e della salute, ed infine, delle nostre vite. Un autore sconosciuto ha scritto una volta: "la speranza vede l'invisibile, sente l'intangibile e realizza l'impossibile", vale a dire che la speranza scaturisce nel cuore fragile dell'uomo. Abbiamo visto in questi ultimi tempi come la speranza ricostruisce le vite spezzate e le città distrutte. Pensiamo alle storie sorprendenti e commoventi che hanno visto la speranza guidare la gente in vari paesi del mondo ad attraversare i momenti più tristi, successivi a catastrofi e tragedie. Da tempo immemore la speranza è stato compresa ed espressa in molte forme. Molto prima dell'avvento del Cristianesimo, molte civiltà hanno avuto storie o immagini per esprimere il concetto di speranza. Già nel V secolo A.C., la mitica fenice è stata presentata come un simbolo di rinascita, immortalità e rinnovamento. Si trova in molte culture – la storia di un uccello che perì in un incendio,che lo ridusse in cenere, dal quale una nuova, giovane fenice rinacque, per vivere di nuovo. Questa storia appartiene all'antica cultura Greca, Persiana ed Egiziana ed esistono sue variazioni in Cinese, Giapponese, lingua Coreana e anche Russa. Per 2000 anni i cristiani hanno aperto il loro cuore ad un diverso tipo di speranza costruita sulla reale e tangibile vita e morte e risurrezione della persona di Gesù Cristo. Si tratta di una speranza sicura che affronta i desideri del cuore umano nel loro senso più pieno e nello scopo più nobile, per rispondere alle domande apparentemente schiaccianti su chi siamo, perché esistiamo e quali sono le nostre origini e il nostro destino futuro. Il mondo di oggi, forse più che in qualsiasi altro momento, è sopraffatto dall'ansia. Temiamo una distruzione nucleare; sperimentiamo guerre, malattie e carestie, così come la realtà di una insicurezza economica e il crollo di valori solidi. Nella nostra nazione questa ansia la viviamo ogni volta che andiamo su internet, quando ci sintonizziamo sulla radio o la televisione, oppure aprendo i nostri giornali e, per tanti, nella reale crudezza della vita quotidiana. Non è sorprendente che questo senso di disperazione è pervasivo, soprattutto tra i giovani. Il mondo secolarizzato non offre risposte. Nemmeno la scienza. Con tutte le crescenti conoscenze che la scienza ci dà circa le origini e lo sviluppo della vita, non può rispondere alla nostra profonda e personale ricerca del senso della vita, o soddisfare il desiderio di amare e di essere amati, che è l'essenza stessa della nostra umanità. Un grande vescovo del IV secolo ha dichiarato: "I nostri cuori sono stati fatti per Te, Oh Signore, e sono sempre inquieti finché non riposano in Te". Sembra che ci sia questa profonda voragine all'interno di ogni cuore umano. Gesù Cristo, il Figlio di Dio, facendosi uomo, ci ha rivelato la generosità e l'altruismo di Dio, e con l'esempio della sua vita ci ha insegnato come anche noi possiamo seguire le sue orme. L'amorevole Dio, rivelato a noi per mezzo di Gesù, non è un Dio che determina il nostro destino o il nostro valore semplicemente contando le nostre buone azioni come la misura di una ricompensa nella vita eterna. Invece, Dio ci ama incondizionatamente e ci invita in cambio ad amare Dio e il prossimo. La croce su cui Gesù ha dato la sua vita parla molto più eloquentemente di qualsiasi parola su questo amore incondizionato. Possano queste celebrazioni pasquali ricordare la risurrezione di Gesù dalla morte alla vita. Vincendo la morte, Gesù ci mostra che l'estinzione non è il nostro destino evolutivo, perché attraverso di Lui la morte non è la fine della strada: è un altro passo nel cammino della perfezione alla vita eterna nell'amore e nella presenza di Dio - obiettivo previsto dal nostro creatore per l'umanità. Attraverso la sua risurrezione, Gesù ci mostra che l'amore è più forte della morte. Non abbiamo più bisogno di essere tenuti prigionieri nelle nostre circostanze tenebrose della malattia, della futilità, delle negative dipendenze e delle altre forze che schiacciano i nostri spiriti. Gesù ha aperto le porte in questi luoghi bui per darci guarigione e pace dal nostro Dio amorevole. Dio non sopraffà, non ti storce le braccia, non spinge la tua faccia in qualcosa, in modo da toglierti la libertà. Dio rispetta la nostra libertà e non usa mai una forza coercitiva. Cristo è risorto, anche se noi non lo possiamo vedere! Non sempre ci accorgiamo della primavera. Il miracolo non forza se stesso in noi. E' lì per essere visto, ma se si vede o no, e cosa esattamente vediamo, dipende principalmente da quello che sta succedendo nei nostri cuori.
domenica 20 aprile 2014
mercoledì 16 aprile 2014
venerdì 4 aprile 2014
Troppo breve per non riflettere!
La vita! Che cosa non si farebbe per viverla più a lungo! Eppure, nonostante l'impegno, i sacrifici e gli sforzi per riuscirvi, nessuno di noi è in grado di trattenerla; essa è come un vapore che appare per un istante e poi svanisce.
"Mentre non sapete quel che succederà domani! Che cos’è infatti la vostra vita? Siete un vapore[a] che appare per un istante e poi svanisce." Giacomo 4:14
La vita dell'uomo è troppo breve per non riflettere sul suo significato, sulla sua importanza, sul suo scopo.
Perché viviamo? Da dove veniamo? Dove stiamo andando? Sono questi i grandi interrogativi a cui uomini e donne di tutti i tempi hanno cercato di rispondere attraverso la scienza, la filosofia, l'arte, la musica, la religione e persino studiando le stelle.
Venti secoli fa, un uomo di Nazaret di nome Gesù disse:
"Io sono venuto perché gli uomini abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza".
"Il ladro non viene se non per rubare, ammazzare e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza." Giovanni 10:10
Ecco la risposta che va oltre la domanda!
Gesù è venuto per offrire la vita piena ed abbondante di cui noi abbiamo bisogno, Egli l'ha offerta attraverso il martirio e l'ha donata per te e per me.
Gesù non si è sacrificato per farti pesare colpe o rimorsi.
Il suo messaggio per te è solamente amore.
Proprio come sulla croce apre oggi le sue braccia per difenderti, per proteggerti e per donarti da oggi la vita eterna. Quella vita per cui sei stato creato, quella che non finirà mai.
Tocca a te scegliere.
Gesù ti chiede solo di non voltargli le spalle rendendo vano il suo sacrificio.
Non aspettare ancora.
Gesù ti ama da morire.
mercoledì 19 marzo 2014
venerdì 14 marzo 2014
martedì 11 marzo 2014
sabato 8 marzo 2014
8 Marzo 2014 - Dio benedica tutte le donne!
Elogio della donna virtuosa
Una donna virtuosa chi la troverà? Il suo pregio sorpassa di molto quello delle perle.
Il cuore di suo marito confida in lei, ed egli non mancherà mai di provviste.
Lei gli fa del bene, e non del male, tutti i giorni della sua vita.
Si procura lana e lino e lavora gioiosa con le proprie mani.
È simile alle navi dei mercanti: fa venire il suo cibo da lontano.
Si alza quando ancora è notte, distribuisce il cibo alla famiglia e il compito alle sue serve.
Posa gli occhi sopra un campo e lo acquista; con il guadagno delle sue mani pianta una vigna.
Si cinge di forza i fianchi e fa robuste le sue braccia.
Sente che il suo lavoro rende bene; la sua lucerna non si spegne la notte.
Mette la mano alla rocca e le sue dita maneggiano il fuso.
Tende le palme al misero e porge le mani al bisognoso.
Non teme la neve per la sua famiglia, perché tutta la sua famiglia è vestita di lana rossa.
Si fa dei tappeti, ha vesti di lino finissimo e di porpora.
Suo marito è rispettato alle porte della città, quando si siede tra gli anziani del paese.
Fa delle tuniche e le vende, e delle cinture che dà al mercante[a].
Forza e dignità sono il suo manto, e lei non teme l’avvenire.
Apre la bocca con saggezza e ha sulla lingua insegnamenti di bontà.
Sorveglia l’andamento della sua casa e non mangia il pane di pigrizia.
I suoi figli si alzano e la proclamano beata, e suo marito la loda, dicendo:
«Molte donne si sono comportate da virtuose, ma tu le superi tutte!»
La grazia è ingannevole e la bellezza è cosa vana; ma la donna che teme il Signore è quella che sarà lodata.
Datele del frutto delle sue mani, e le opere sue la lodino alle porte della città.
Proverbi 31
sabato 1 marzo 2014
venerdì 14 febbraio 2014
San Valentino - L'Amore vero contro la sensualità
Semplici riflessioni sull'amore nel giorno dedicato agli innamorati. Condividere i principi del vero amore non è mai stato così importante come nel nostro tempo. In una società frettolosa e superficiale, sostenere un amore duraturo e profondo,abbiamo bisogno di tempo, di pazienza e di coraggio. Dedico le seguenti considerazioni a tutti quelli che credono nell'amore autentico e divino.
Con tutto l'amore,
Saverio Corsini
lunedì 27 gennaio 2014
Dov'era Dio o dov'era l'uomo? - Giornata mondiale della Shoah
Davanti ad una realtà così cruda e
orrenda le parole sembrano svuotarsi di contenuti ed ogni tentativo
di spiegazione appare presuntuoso e pretestuoso.
Molti si sono
chiesti dov'era Dio ad Auschwitz, mentre altri si sono chiesti
dov'era l'uomo mentre si commetteva tanta efferata malvagità. In
fondo, le camere a gas non le ha costruite Dio ma persone assetate di
gloria e di potere, così come sono stati uomini e non Dio a prendere
la decisione di sterminare un'intera razza.
Tuttavia, difficilmente
si trovano risposte soddisfacenti agli orrori che ci ha consegnato
questa pagina nera della storia. Le atrocità vissute nel Lager
spinsero Primo Levi verso lo scetticismo religioso e affermare: “
C'è Auschwitz, quindi non può esserci Dio”. Queste parole
pronunciate nel contesto di un campo di concentramento sembrano
alquante legittime, ma in un contesto più ampio, è illogico
affermare che l'esistenza di Dio si possa stabilire sulla base di
particolari eventi e circostanze.
Se il male, la sofferenza o la
morte fossero la prova per dimostrare la non esistenza di Dio, allora
il bene, la gioia e la vita avrebbero tutto il diritto di dimostrare
esattamente l'opposto. Piuttosto di sondare l'insondabile rischiando
di giudicare delle realtà più grandi di noi, forse bisognerebbe
umilmente riconoscere le immancabili colpe di cui noi tutti esseri
umani ci siamo macchiati non solo nei confronti di Dio, per avere
violato la Sua Legge, offeso la Sua Persona e inquinato il Suo
creato, ma anche nei confronti di nostri simili. Qualcuno ha già
dimenticato gli orrori di guerra in Ruanda con oltre mezzo milione di
persone trucidate? Temiamo di sì. Non si tratta di un lontano evento
di guerra del 1915-18, ma di un genocidio della storia recente. Tutto
questo induce a credere che nonostante gli uomini e i governi
cambiano, il cuore dell'uomo resta fondamentalmente sempre lo stesso.
Come credenti escludiamo categoricamente di puntare il dito contro i
nostri simili o su Dio, preferiamo invece assumerci le nostre
responsabilità confessando a Lui il nostro peccato, in modo da
ricevere il Suo perdono e un cuore nuovo per diventare portatori di
pace e di speranza in un mondo che ne ha disperatamente bisogno. Se
la storia suddivisa in tante piccole particelle e frammenti di vita
quotidiana non fa altro che ripetersi, il nostro grido e la nostra
preghiera a Dio è che egli ci aiuti a cambiare la nostra vita in
modo da poter cambiare in meglio la nostra storia.
E.N.
domenica 12 gennaio 2014
Le ingiustizie della vita
Mai come in questi ultimi mesi, i conflitti sociali si stanno
evidenziando sempre di più: manifestazioni in piazza, proteste,
malumore diffuso, senso di pessimismo generalizzato, lamentele
continue...
Qualsiasi mezzo di comunicazione non fa altro che
rimarcare le solite notizie: l'economia va male, i guadagni non
bastano per andare avanti, c'e una “casta” di persone che sta
meglio di un altra...E tutto questo non fa altro che alimentare l'invidia nei confronti del prossimo, di chi “apparentemente” sembra stare meglio di noi, nonostante, secondo i nostri metodi di giudizio, crediamo che non meriti quella serenità economica e di lavoro.
E viene anche spontaneo dire o pensare: ma guarda un po’ quella persona, nonostante quante ne ha fatte o dette, eppure gode di ottima salute e sta anche bene finanziariamente!
Oppure guarda quel politico, guarda quell'imprenditore, guarda quel dirigente quanto ha rubato, quanto ha sfruttato...eppure sta sempre li...e sta meglio di prima!
E il commento successivo, inevitabilmente, diventa:
...ma Dio le vede
queste cose?
Perché non interviene? Perché non
fa giustizia?
Per esempio, al versetto 3 e 4, coloro che sono definiti “malvagi”, ovvero chi non conosce o rispetta Dio, sembra che stiano bene in tutti gli aspetti della loro vita. Anzi, proseguendo nella lettura, c'é un crescente elenco di situazioni dove si evince che più ci si comporta male e meglio si vive! Addirittura si può arrivare alla conclusione che lo stesso autore del salmo si lamenti del “comportamento” di Dio che lascia correre e non interviene!
Tutto questo, rischia di mandare in crisi anche i cosiddetti cristiani, che come dice il versetto 2 corrono il pericolo di farsi coinvolgere in tutti questi meccanismi di invidia!
Ma la svolta arriva al versetto 17, quando l'autore si ferma e fa delle considerazioni più ampie, comincia a vedere tutto da un'altra angolazione...comincia a vedere con gli occhi di Dio!
E gli ultimi versetti questa volta sono un elogio alla potenza di Dio che ha il pieno controllo di ogni situazione, anche della più ingarbugliata, della più impossibile, della tua e della mia, che ai nostri occhi é IRRISOLVIBILE!
Non guardiamo quello che accade intorno a noi, ma soprattutto non utilizziamolo come pretesto per giustificare i nostri insuccessi o al peggio incolpando Dio!
Solo Dio può esercitare la sua giustizia, che é la migliore, la più equilibrata!
Gli ultimi 2 versetti, sono la nostra ancora di salvezza in un mondo che sta andando alla deriva, e che ci danno la certezza che il nostro Dio é un Dio giusto, e che la cosa migliore per noi é quella di rimanere vicino a Lui, sapendo che ha il pieno controllo di ogni cosa!
La vita, così, assume un altro sapore...
Dio ci benedica!
Scritto da Alberto Tricarico
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