Davanti ad una realtà così cruda e
orrenda le parole sembrano svuotarsi di contenuti ed ogni tentativo
di spiegazione appare presuntuoso e pretestuoso.
Molti si sono
chiesti dov'era Dio ad Auschwitz, mentre altri si sono chiesti
dov'era l'uomo mentre si commetteva tanta efferata malvagità. In
fondo, le camere a gas non le ha costruite Dio ma persone assetate di
gloria e di potere, così come sono stati uomini e non Dio a prendere
la decisione di sterminare un'intera razza.
Tuttavia, difficilmente
si trovano risposte soddisfacenti agli orrori che ci ha consegnato
questa pagina nera della storia. Le atrocità vissute nel Lager
spinsero Primo Levi verso lo scetticismo religioso e affermare: “
C'è Auschwitz, quindi non può esserci Dio”. Queste parole
pronunciate nel contesto di un campo di concentramento sembrano
alquante legittime, ma in un contesto più ampio, è illogico
affermare che l'esistenza di Dio si possa stabilire sulla base di
particolari eventi e circostanze.
Se il male, la sofferenza o la
morte fossero la prova per dimostrare la non esistenza di Dio, allora
il bene, la gioia e la vita avrebbero tutto il diritto di dimostrare
esattamente l'opposto. Piuttosto di sondare l'insondabile rischiando
di giudicare delle realtà più grandi di noi, forse bisognerebbe
umilmente riconoscere le immancabili colpe di cui noi tutti esseri
umani ci siamo macchiati non solo nei confronti di Dio, per avere
violato la Sua Legge, offeso la Sua Persona e inquinato il Suo
creato, ma anche nei confronti di nostri simili. Qualcuno ha già
dimenticato gli orrori di guerra in Ruanda con oltre mezzo milione di
persone trucidate? Temiamo di sì. Non si tratta di un lontano evento
di guerra del 1915-18, ma di un genocidio della storia recente. Tutto
questo induce a credere che nonostante gli uomini e i governi
cambiano, il cuore dell'uomo resta fondamentalmente sempre lo stesso.
Come credenti escludiamo categoricamente di puntare il dito contro i
nostri simili o su Dio, preferiamo invece assumerci le nostre
responsabilità confessando a Lui il nostro peccato, in modo da
ricevere il Suo perdono e un cuore nuovo per diventare portatori di
pace e di speranza in un mondo che ne ha disperatamente bisogno. Se
la storia suddivisa in tante piccole particelle e frammenti di vita
quotidiana non fa altro che ripetersi, il nostro grido e la nostra
preghiera a Dio è che egli ci aiuti a cambiare la nostra vita in
modo da poter cambiare in meglio la nostra storia.
E.N.
1 commento:
Pace pastore, domenica prossima, qui in Cascavel, presenterò uno studio su "Israele, il popolo di Dio"; una parte dello stesso verte proprio l'Olocausto... va comunque ricordato che Israele è stata sempre perseguitata, vituperata, odiata, ma Dio l'ha sempre rialzata... pensiamoci un attimo, sono 4 mila anni che questo popolo esiste, nonostante tutto e tutti; bene, nello stesso lasso di tempo, quanti altri popoli possono vantare la stessa longevità? Quanti imperi hanno retto all'incedere del tempo, nessuno! Solo Israele è e sarà sempre presente, semplicemente perché Dio è fedele... le promesse elargite ad Abraamo ne sono la prova tangibile... Dio sia lodato, a presto... Deus è fiel!
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