domenica 9 agosto 2015

CRISTIANI: UN NOME, UNA GARANZIA?




L’impotenza di fronte alle tragedie e alle vicissitudini quotidiane, la tristezza e la rassegnazione che ne derivano mi portano a fare una riflessione: siamo cristiani veri o abbiamo piuttosto usurpato e deturpato un titolo, svuotandolo del suo significato?

Fu nella città di Antiochia, che per la prima volta i seguaci della via tracciata da Gesù furono chiamati cristiani. Ma come vivevano questi discepoli e cosa facevano di tanto singolare per essere identificati come “cristiani” = di Cristo?



Non rispettavano di certo lo stile di vita dei cristiani odierni: disillusi, stanchi, privi di pietà e amore reciproco, dimenticando di essere immagine di Dio, che vuol renderli canali straordinari attraverso cui riversare il suo potere sovrannaturale per agire in favore di tutti coloro che lo invocano con fede.

Ripercorrendo le orme dei cristiani di cui narrano gli Atti (i fatti e le azioni degli apostoli), vediamo uomini e donne franchi e coraggiosi che imitavano in tutto e per tutto lo stile di vita e gli insegnamenti di Cristo. C’erano bisognosi? Si rimboccavano le maniche e mettevano mano al “portafoglio”, supplendo con gioia e zelo alle necessità dei loro fratelli in difficoltà. C’erano malati? Si pregava per loro, guarendoli all’istante nel nome potente di Gesù Cristo. Se c’erano indemoniati o persone oppresse, depresse, afflitte, sole o con profonde ferite emozionali, loro usavano il nome di Gesù come potente antidoto, ad ogni tipo di situazione, con garanzia di efficacia.

Uomini e donne con poca cultura al pari di studiosi scrupolosi degli antichi scritti sacri, si ritrovavano in perfetto accordo e armonia nel superare ogni limite imposto dall’ignoranza ed ogni muro che si ergeva con l’erudizione, affermando con forza e predicando (con opere alla mano), che nel nome di Gesù Cristo c’è potenza per cambiare ogni uomo e il suo destino (Filippesi 3:3-11).

Paolo scrisse: «Noi predichiamo Cristo crocifisso potenza di Dio» e non «Cristo sul crocifisso»! c’è un abisso profondissimo tra le due frasi. Cristo crocifisso è la Parola fatta carne (Giovanni 1), che ha portato a termine il progetto di Suo Padre Dio, al fine di consegnarci il potere autorevole di sottrarci al dominio del diavolo e di compiere in nome e per conto Suo ogni opera miracolosa.

Ricordate il Cristo che sulla croce afferma con piena autorità: «Tutto è compiuto»(Giovanni 19:30)? E ancor prima della Sua resurrezione: «Io vi ho dato il potere su tutto il dominio del nemico» (Luca 16:19)? Bene, questa promessa si compie in Atti 1:8, quando il potere dello Spirito Santo fu distribuito a chi, credendo, lo avrebbe usato per manifestare la Sua gloria (1 Corinzi 1:5-7).

Molti cristiani moderni camminano col capo chino e le spalle curve, sotto il peso dei fardelli quotidiani e ignorano di avere autorità di compiere per conto e nel nome di Gesù Cristo azioni straordinarie, che possono cambiare la loro vita e quella delle persone che vengono in contatto con loro. Non hanno rivelazione su cosa significhino le parole di Gesù: «Sono venuto per darvi vita abbondante, esuberante» e «il mio giogo è dolce e leggero» (Matteo 11:29-30).

«In qualunque casa entrate, benedite, predicate il Regno di Dio, guarite i malati e liberate gli oppressi» (Matteo 10:7-8). Il potere è nel Suo nome, non nel denaro, nella scienza, nel rango sociale, neppure nella cultura umanistica. «Quello che ho, te lo do, nel nome di Gesù, alzati e cammina» (Atti 3:5-6). Dio gli ha dato un nome al di sopra di ogni altro nome (Filippesi 2:9), ed è nel Suo nome che le genti spereranno… (Matteo 12:21).

Come Suoi figli, come “cristiani”, stiamo portando speranza ai disperati e infondendo fiducia a coloro che sono disillusi e scoraggiati? Ci fregiamo di un titolo (cristiani, appunto), vestendone i panni con tanto di etichetta in bella vista a livello planetario, ma spesso tralasciamo la responsabilità del peso che questo nome porta in sé, diventando lo spettro dei nostri antenati biblici.

Alcuni si definiscono cristiani “non praticanti”, giusto per mettere le mani avanti e sottrarsi ad ogni sorta di giudizio altrui e autogiustificando le loro mancanze. Il loro sguardo si posa sfuggente su un idolo che riproduce Gesù in croce moribondo, umiliato e sconfitto. Guardano la corona di spine conficcata sul suo capo e le gocce di sangue che colano così verosimili e si intristiscono che abbia patito tanto dolore. Così molti si rassegnano alle loro sofferenze, credendo perfino di poter “simpatizzare” con le sue, perché questo tipo di raffigurazioni di Gesù lo mettono in una condizione pietosa, se non di disprezzo (povero Cristo, stai peggio di me)!

A volte la Sua gloria e la Sua divinità viene ridimensionata o azzerata, quando viene dipinto come un poppante inerme, prima dell’inizio del Suo eccitante ministerio! Questi cristiani disseminano in modo ossessivo i loro lugubri e mortificanti santini, come fossero talismani, che non riflettono affatto l’autentica immagine di Gesù risorto, che vive e agisce ancora oggi con potere maestoso e ineffabile. Il solo e vero Cristo, quello descritto in Apocalisse 1. Provate a disegnarlo! E’ folle non voler essere identificato con questo Cristo e accontentarsi di indossare nel taschino o nel portafoglio, uno dei suoi lugubri santini!

Oggi sei ancora in tempo per aprire “il testamento” che questo Re glorioso ti ha lasciato, affinchè tu diventassi figlio ed erede. Conosci i tuoi diritti, il tuo potere in Lui, la tua autorità sulle avversità e la tua responsabilità di divulgarli. Diventa un cristiano di nome e di fatto e metti sottosopra questo mondo delirante e rassegnato! (Atti 17:6)

Benedizioni,salute e prosperità,
Pastora Francesca Miolli Corsini