domenica 18 gennaio 2015

7. IL LASCIAPASSARE

Illustrazione di Alessia Tricarico

Entriamo in una stanza dove c’è un uomo seduto ad una scrivania dalla corporatura molto robusta, con degli occhialetti tondi, immerso in centinaia di carte e circondato da penne, orologi, calcolatori e strani meccanismi e marchingegni.

Le pareti della stanza sono interamente riempite di orologi di ogni genere: a cucù, d’oro, di ogni forma e dimensione.

«Cappellano, ti ho portato tre giovani clorophiliani desiderosi di servire a Corte».

L’uomo alla scrivania alza lo sguardo, la fronte corrugata da chissà quale pensiero e ci fissa per un interminabile momento.

L’unico suono è quello dei ticchettii scoordinati e incessanti di tutti gli orologi, impossibile contarli.

Sento i nervi del mio corpo tendersi. 

Chi è quest’uomo? Che potere ha?...

 «Tre servitori, eh?» pronuncia con voce stridula.

Mi sarei immaginato una voce più possente o tuonante, a giudicare dal suo aspetto. 

Quando si dice che l’apparenza inganna…

«D’accordo, d’accordo, non c’è tempo, non c’è tempo! Datemi i vostri documenti, Cirus, passami i loro documenti! Fa in fretta, fa in fretta!» quest’uomo mette agitazione, trasmette ansia.

Per lo meno, la mette ad Emma e Roy, lo intravedo dai loro tic, da quelle espressioni micro facciali che disegnano impercettibilmente i loro volti. 

Diamo i nostri lasciapassare al Guardiano Principale il cui nome ora sappiamo è Cirus, che li poggia sulla scrivania del Cappellano.

«Sapete, Clio, il Cappellano, si occupa dell’intero andamento dei servizi del castello», ci spiega Cirus «Dei Guardiani, dei Servitori, dei Cuochi…»

«…E dei Giardinieri, dei Contabili, delle Damigelle, dei Musicisti, degli Animatori» continua il Cappellano, sempre con voce acuta.

«Si, ma rilassati! I nostri amici vengono da Clorophilia, che è lontanissima da Gelso! Saranno stanchi!» sussurra cordialmente il Guardiano.

«Beh, il tempo corre da un’eternità e si lamenta, forse, di essere stanco? Anche io sono stanco, ma continuo ad andare avanti! Rischio di fare tardi!» sbraita Clio.

«Dici sempre così, ma poi sei sempre in perfetto orario!» 

«E lo sono perché non mi fermo mai! Il tempo non aspetta nessuno, Cirus, ricordatelo! Il tempo non aspetta nessuno!» grida di rimando il Cappellano.

A Kroatoan abbiamo il Consiglio che si occupa della gestione della Fortezza. E saranno almeno una quindicina di consiglieri.

E questo tanto elogiato Re permette che uno solo dei suoi si occupi di tutto il palazzo?

Eppure, da quello che raccontano, se la sa cavare.

«Ecco, datemi il polso destro!» esclama il Cappellano, afferrando il braccio di Emma.

Lei si irrigidisce all’istante e serra la mascella per riflesso incondizionato del buon soldato.

«Clio, è una signorina, non puoi trattare così una signorina!» ribatte il Guardiano, avendo notato la figura di Emma irrigidirsi tutt’a un tratto.

Ripeto, ecco il lato positivo di avere una donna nell’esercito.

Soldato o no, rimangono pur sempre donne, e tutto il mondo sa come vanno trattate le donne.

Con gentilezza.

«Scusi, scusi, signorina, ma non c’è tempo, non c’è tempo!» sussulta il Cappellano, e le stampa un timbro rosso scarlatto sul polso destro.

«Nel caso in cui voleste andarvene, se vi cacciassero o se cambiaste categoria di servizio, tornerete da me, solo io ho l’unguento che cancella il timbro reale» conclude il signor Clio.

Guardo la scritta all’interno del polso. 

“Servitore di Cedric”.

Non di “Re” Cedric.

Che cosa strana.

Ma c’è da aspettarsi di tutto in un posto dove si mangiano le nuvole. Che voglio assaggiare.

«Comincerete domani» strida il Cappellano «eccovi il manuale di ogni cosa che dovrete fare, con orari e dettagli vari. Mi raccomando, siate puntuali».

«In cosa, Signore?», azzarda a domandare Roy.

Il Cappellano lo fissa per un secondo dritto negli occhi.

«Bisogna essere puntuali nella vita, ragazzo. Nella vita».

Concordo con lui, a riguardo. Ci sono guerre perse o vinte a causa o grazie ad un minuto. 

Un solo minuto può essere fondamentale, il gradino cruciale tra la vita e la morte.

 «Entro domani, dovrete saperlo a memoria!!!» 

«Sissignore!» diciamo tutti in coro.

Per un attimo cala il silenzio.

Scoppio a ridere. 

«Scusate, è un’usanza clorophiliana per prendere in giro la prontezza militare!» mento spudoratamente.

«Beh, invece dovreste far vostra quella prontezza!» sbraita il Cappellano.

Si sono lasciati convincere.

Dobbiamo stare più attenti.

Per un attimo era calato il gelo, prima. 

Ci guardiamo tutti e tre sollevati.

«Cirus, trova il Servitore addetto di zona, e falli accompagnare nell’Ala dei Servitori, dove c’è il dormitorio per voi!» 

«Bene, bene… seguitemi!» dice, sorridendoci, il Guardiano.

«Ah, e, ragazzi» aggiunge, citando il motto del Regno «benvenuti a Gelso, e non dimenticate di trasformare i vostri sogni in realtà».

Scritto da Valeria Quarto



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