venerdì 18 dicembre 2015

Mercatino di Natale

Mercatino della Solidarietà, a favore di Progetto Familia ONLUS Puglia per dare un futuro migliore ai bambini dell'India, residenti nei nostri orfanotrofi. Martedì 22 Dicembre 2015, dalle ore 18.00 alle ore 20,00, nella Chiesa della Resurrezione in Acquaviva delle Fonti. Teatrino, percorsi ludico-sportivi, musica e in regalo ai partecipanti un calendario cristiano 2016. Non mancate, vi aspettiamo numerosi. Info: 339 4399 108

domenica 29 novembre 2015

[EVENTO] - Risveglio Apostolico


Giovedi 3 Dicembre 2015 alle ore 19.00, presso la Chiesa della Resurrezione in Acquaviva delle Fonti(Ba), una serata speciale con Antonio ed Encarnacion Selma, pastori della Chiesa Rey de Reyes in Valencia  (Spagna). Siete tutti cordialmente invitati. Ingresso libero!
 Info: 339 4399 108 - pastorcorsini@gmail.com
Chiesa della Resurrezione - SP 76 via per Sannicandro km.0,300 (vicinanze Q8) - Acquaviva delle Fonti(Ba)


mercoledì 25 novembre 2015

Stop alla violenza contro le donne

Mentre alcuni cristiani fuorviati hanno distorto la Bibbia per opprimere e limitare le donne, il vero cristianesimo libera le donne. Il Vangelo proclama che uomini e donne sono creati uguali. 


domenica 15 novembre 2015

Evento 21 Novembre 2015

Sabato 21 Novembre 2015 alle ore 20.00, presso la Chiesa della Resurrezione in Acquaviva delle Fonti(Ba), un evento che unisce Asafmusic Academy (scuola di musica), Your Sound Label (etichetta discografica) e Vivaradiomusic (web radio), in una serata di ringraziamento e celebrazione a Dio. Siete tutti cordialmente invitati.
Ingresso libero!
Info: 339 4399 108 - pastorcorsini@gmail.com
Chiesa della Resurrezione
SP 76 via per Sannicandro km.0,300 (vicinanze Q8) 
 Acquaviva delle Fonti(Ba)


domenica 8 novembre 2015

37. QUELLA NOTTE


Vi risparmio il momento in cui Enock si è svegliato e abbiamo dovuto letteralmente trattenerlo con la forza, mentre tirava all’aria pugni e calci, gridando(mi): “Traditore!”…
Non ho emozioni, eppure, ho sentito qualcosa, quando mi ha definito così.
Non so perché.
Forse perché è vero.
Forse perché… no, non mi importa nulla del ragazzino, voglio dire, come potrebbe?
Non so che significa “ferire qualcuno”.
Comunque, il tempo che Emma l’ha tranquillizzato spiegandogli “il piano” e si è ripreso.
Si è asciugato le lacrime.
Di rabbia.
Di delusione.
Adesso gli dico che dovremo legarlo per finta, così Corallo crederà alla nostra versione.
Dopo aver sistemato e ripetuto un po’ la messa in scena, mi reco da lui, e come prova “di fedeltà”, Emma mi ha letteralmente “obbligato” a farmi raccontare da lui, come ha tentato di uccidere il Re, quella notte. Ciò servirà anche a noi, in seguito, quando davvero vorremo ucciderlo, se Corallo fallisse, di nuovo.
«Sapevo che avresti accettato», commenta, appena mi vede varcare la soglia della stanza. «Ti conosco, perché io mi conosco».
Non. Paragonarmi. A te.
«Non perdiamo tempo. Il ragazzino è in mano ad Emma, che è un’infiltrata come me. Prima di procedere, però voglio e devo sapere cosa è successo quella notte. Quando hai cercato di uccidere il Re».
Rotea gli occhi e, sospirando, si getta su una poltrona, quella di fronte a me.
«La vuoi con i dettagli o posso farti un rapido riassunto? Non mi piace rimembrare i miei insuccessi», dice, sbuffando.
«Di sicuro non mi interessano i tuoi affari. Voglio saperlo per capire il modo migliore per ucciderlo. E per non fallire a mia volta».
Sembro averlo convinto subito, si raddrizza sulla sedia e incrocia le mani, guardandosele, come a voler mettere a fuoco i ricordi, il passato.
Io mi appoggio alla parete di fronte a lui.
Non nego che… sono curioso.

«Progettavo da un po’ di toglierlo di mezzo. Decisi di farlo quella notte, perché sembrava non arrivasse mai il momento giusto, o che tutti i momenti lo fossero. Vedi, Logan», adesso mi guarda, non negli occhi, ma in volto. «Non provare emozioni è positivo; ti permette di vagliare lucidamente le opzioni, di scegliere davvero liberamente. Ma è anche negativo. Non ti fa capire molte cose, proprio perché, il resto del mondo è intriso di bontà, amore, solidarietà e tutte queste cose che si intromettono e compromettono la logica delle cose. Comunque, mi dissi finalmente “Ora o mai più”. Devi sapere che non c’è sempre stata questa “leggenda” che mio padre fosse immortale. E’ grazie a me, che si è creata. Il pugnale aveva una lama grande e non solo. Era intriso di veleno. Un solo taglio, provocava la morte dopo pochi minuti. Per questo può essere usato solo tre volte, poi perde la sostanza della quale è ricoperto,  con l’uso».

«Insomma, quella sera vado da lui. Ma non mi prendere per un… senza cuore, voglio dire, ho voluto dargli un’ultima possibilità. Gli ho chiesto nuovamente di poter governare, al posto di quel pidocchietto, all’epoca null’altro che un bambinetto. Ha di nuovo rifiutato. Con questa storia che, la mia stessa ambizione e competitività lo spingevano a dirmi di no. Che, per il mio carattere e per il mio essere “assente di emozioni” – sì, lui lo sapeva – avrei portato Gelso in guerra, pur di combattere e conquistare tutti gli altri Regni esistenti. E sai una cosa? Era vero. E’ vero. Siamo lo Stato più potente, si dice. Non lo credo, per essere i più potenti, bisogna essere gli unici. Il mio desiderio era quello di conquistare tutti gli altri principati. Ma Lui non era d’accordo. Fu così, che mentre fingevo di chiedergli perdono per la mia insistenza, abbracciandolo, lo colpii. Dritto allo stomaco. Rigirai la lama tre, quattro volte… E lo lasciai lì».

«Nessuno sapeva che in quel momento ero con lui. Corsi via, nel mio studio segreto, nei sotterranei. Nessuno sapeva della sua esistenza. Avrei aspettato che fosse stato rinvenuto il corpo… Avrei fatto il figlio rattristato per un po’, e dopo avrei regnato io, a modo mio. Invece ecco che poche ore dopo, tutte le guardie si sono mosse a cercarmi per tradimento. Voci che gridavano “Il figlio ha pugnalato il Re!”, riferendosi a me. A quel punto ho tentato la fuga, ma non ho fatto altro che espormi ancora di più. Le sue guardie mi hanno preso, come se fossi l'ultimo dei malfattori... Quando solo poche ore prima, ero un figlio di Re. Avevano già ricevuto l'ordine di cacciarmi fuori dalle mura di Gelso. Non mi ha neppure voluto guardare per un'ultima volta in faccia, mio padre... Per lo sprezzo, la delusione, immagino. E così, mi sono ritrovato al freddo e al gelo di nuovo, come quando ero solo un pargolo maledetto abbandonato ai piedi di quella porta anni prima...» 

«Ti farà ridere, quello che ti dirò adesso. L'unico posto, l'unico Regno presso il quale sono riuscito a trovare rifugio è stato Kroatoan. Ed è stato anche il modo con cui sono riuscito a ritornare qui a Gelso. Grazie al vostro tunnel, qualche tempo fa»

Posso sentire i miei occhi sgranarsi, le sopracciglia innalzarsi, le narici aprirsi di più e i pugni stringersi ancora di più. 

Siamo stati noi a riportare Corallo qui. 

Sono stato io. 

Pensavamo di essere noi il nemico. E invece, noi non eravamo altro che il suo mezzo.

«Durante il mio soggiorno nel tuo Regno ho avuto modo di parlare con il tuo Re. Il patto di cui ti ho accennato prima, è qualcosa di reale, Jensen. Per tutto questo tempo, sotto il cielo rosso di Kroatoan, che ho trovato davvero molto ispirante, quasi come se fossi nella mia vera casa, ho progettato un modo per rinascere, risorgere, vendicarmi. Riprendere ciò che… non mi spetta, forse, ma che voglio».

Si alza di colpo.

«Tutto il resto è mera speculazione. Questa è la verità».

Deglutisco rumorosamente.

Lui se ne avverte.

«Allora? Idee?»
«La prossima volta, si deve mirare al cuore», è tutto ciò che riesco a dire.

Scritto da Valeria Quarto


domenica 1 novembre 2015

Stiamo lavorando per voi

La webradio www.vivaradiomusic.com è temporaneamente fuori servizio a causa di alcuni lavori in corso. Le trasmissioni riprenderanno a breve!

domenica 18 ottobre 2015

36. DONNE


«Non se ne parla! E’ fuori dal piano originario!», la quasi gioia di Emma nel rivedermi comparire con Enock tra le braccia, ancora svenuto per il colpo che gli ho dovuto dare, è durata davvero poco, giusto il tempo di spiegarle la proposta di Corallo.
«Non era nei piani che il Re potesse essere attaccato, che io lo salvassi, che il principe fosse rapito, che Roy scomparisse e che dietro tutto questo ci fosse Corallo!», ribatto.
Il ragazzino l’ho posato sul tappeto persiano che si estende per tutto il pavimento della camera in cui ci troviamo, quella degli scacchi, al secondo piano.
Le uniche tinte sono il blu cobalto e il bianco neve.
Sono accecato da questi colori, tuttavia meno fastidiosi di quelli di Corallo.
Non capisco perché non lo sopporto, e questo mi irrita.
Perchè ha stravolto i miei piani?
O perché… E’ come me?
«Poi questa storia di Roy non mi convince affatto!», continua Emma, passeggiando avanti e dietro per l’enorme stanza. «Insomma, hai girato tutto il castello, anche più di una volta, e non l’hai mai beccato? Com’è possibile?».
Questo è vero. Anche a me è sembrato molto strano.
Due sono le opzioni: la prima, che sia uscito dal castello, in cerca di un modo per tornare visibile; la seconda, che Corallo gli abbia mentito. E che gli abbia fatto del male.
Credo che Emma valuti solo l’ultima opzione.
Lo capisco dalla sua espressione preoccupata.
«Mi dispiace, ma è no. Io non mi fido di Corallo. Vuole ingannarci. Me lo sento».
«Non puoi fare la tua scelta sul “sentire” e sulle sensazioni, devi usare la logica, Emma. E la logica vuole che “il nemico del mio nemico diventa mio amico”», ribatto.
«La logica vuole anche che non ci si debba fidare di qualcuno che è stato cresciuto ed allevato come un figlio, senza che gli fosse dovuto, e che abbia attentato alla vita di suo padre al quale dovrebbe un’immensa gratitudine! E odia suo fratello, che, prima, lo idolatrava e lo vedeva come un mito! Chi, Logan, chi vorrebbe così tanto uccidere le persone che così tanto lo amano?»
Chi non sa cos’è l’amore, Emma.
Che non può sapere cos’è l’amore, perché non lo può provare.
Allora, mi viene un flash, un’idea o, più che altro, una rivelazione.
Non riuscirò mai a batterlo, proprio perché io riesco a ragionare come lui. Quindi è proprio con “le emozioni” e tutte queste… chiacchiere, insomma, che forse potrebbero dare una svolta alla situazione.
Emma è un’umana normale, cioè in grado di discernere il bene dal male sotto la spinta dei sentimenti che collegano gioia al primo, dolore al secondo. Inoltre è una donna, e si sa, le ragazze sono più “sensibili” (anche se su Emma avrei qualche obiezione).
«Allora cosa proponi?», le domando.
Ci pensa un attimo.
«Ci atteniamo al piano originale. Noi non dipendiamo da nessuno e se ci aggreghiamo a Corallo, questo è quello che inevitabilmente succederà, anche se lo negheremo, ma sarà così: Corallo ci dirà cosa fare e saremo sotto le sue direttive. Non esiste una cosa del genere. Inganneremo l’ingannatore. Gli faremo credere che accettiamo il suo piano, ma non sarà così; anzi: faremo in modo che sia lui ad uccidere il Re. E noi ne usciremo puliti, così nessuno sospetterà che abbiamo qualcosa a che fare con l’omicidio. Quando il principe si sveglierà, tu gli dirai che l’hai colpito apposta proprio perché sapevi quello che Corallo aveva in mente e volevi fargli credere che eri dalla sua parte. Limitati a negare le accuse che ti ha fatto. Il ragazzino ci crederà, dato che si risveglierà sano e salvo e libero – altrimenti l’avresti ucciso o legato a qualche palo o che so io. Inganneremo tutti, solo noi sapremo cosa fare veramente».
La sua determinazione e ordine nell’esposizione mi… spaventano.
«Ho solo due domande», azzardo. «Come convinciamo Corallo ad uccidere il Re, quando lui ha voluto me proprio per questo?»
Sospira, quasi spazientita.
«Creeremo la circostanza che lo farà ritrovare faccia a faccia con suo padre. Lo riporteremo alla forma materialmente visibile, ma noi saremo invisibili. Lo faremo impazzire… E credo che una volta che Re Cedric gli rivolgerà anche solo una parola, vacillerà. Brama la sua vita da troppo tempo».
Ok.
«E… Se non è riuscito ad ucciderlo la prima volta… come potrebbe riuscirci questa?»
«Nel modo più semplice del mondo, Logan. Gli chiederemo come sono andate davvero le cose, quella volta. In fondo sappiamo la versione raccontata da terzi, ma non da lui. Gli dirai che deve raccontartelo per capire come ucciderlo».
Poi Emma ha continuato spiegandomi che appena Enock si sveglia, gli racconteremo tutto (la falsa versione, si intende, che poi è solo parzialmente falsa) e dovremo imprigionarlo “per finta”.
Il suo piano è accettabile.
Mi chiedo se questa genialità derivi da una sua personale intelligenza o da una questione genetica a livello di specie e genere.
E’ una donna.


Scritto da Valeria Quarto

mercoledì 7 ottobre 2015

LA METAMORFOSI DIVINA DELL’ESSERE UMANO

Quanto è importante la mano di Dio sulla nostra vita?
Quanto è importante la Parola di Dio nella nostra mente?
Quanto è fondamentale lo Spirito Santo nel nostro spirito?
Quanto è importante Dio in ognuno di noi?
 





Gesù ha detto: «Senza di me non potete fare nulla», ma non tutti se ne sono resi conto.
Il mondo in cui viviamo, non è un mondo che sta crollando, no; è già crollato.
E solo quando afferriamo per mano Dio, possiamo rialzarci, qualsiasi sia la condizione in cui ci troviamo. La Bibbia ci insegna che non importa la situazione terribile che stiamo passando, Lui la può cambiare.
Lui può salvarci.
Può riciclare la nostra vita e non importa se siamo come una di quelle lattine schiacciate e accartocciate, Dio può restaurarci e trasformarci in qualcosa di nuovo. Niente è perduto con Lui.
Può mettere pace in ogni famiglia, può aiutarci in ogni situazione lavorativa, perché è Dio ad avere il controllo di tutte le cose. Per questo dobbiamo imparare a permettere allo Spirito Santo di guidarci verso le scelte migliori.

Il titolo di questo articolo, “La metamorfosi divina dell’essere umano”, si rifà proprio a questo: la trasformazione del bruco in farfalla, la trasformazione in qualcosa di nuovo, di migliore.

L’apostolo Paolo ne parla in Romani 12 nei versetti 1-2: Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, gradito a Dio; questo è il vostro culto spirituale. Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà.”

Gesù è venuto sulla Terra proprio per operare questa metamorfosi in ognuno di noi.
Perché questo? Perché quando non si ha Dio nella propria vita, si è destinati a fallire, a peccare.
Il peccato, che sembra un termine antico ed antiquato, significa “mancare il bersaglio” e mancare il bersaglio ogni giorno significa perdere ed essere alla deriva della nostra vita. Ma noi siamo chiamati ad essere più che vincitori in Cristo Gesù, come dice la Parola.
Chi è che non vuole essere un vincente? Ma possiamo esserlo solo centrando il bersaglio. Gesù vuole che viviamo una vita migliore delle pubblicità mostrate dal Mulino Bianco; Lui vuole che viviamo nella Famiglia Celeste, dove la gioia è davvero completa, dove Gesù ci dà la forza di farcela ogni giorno e dove lo Spirito Santo ci dà il potere di scacciare ogni male dalla nostra vita.

Ma il diavolo non vuole questo. Vuole che sbagliamo, vuole che non centriamo il bersaglio. Vuole che perdiamo.

Ma se noi siamo sempre con Dio e leggiamo la Parola ogni giorno, riusciremo a fare centro. Un esempio? La Bibbia dice che dobbiamo perdonare, di combattere (e di vincere) il male con il bene. Nel momento in cui mettiamo in pratica questa verità della Parola di Dio e perdoniamo, stiamo centrando il bersaglio. Stiamo vincendo.

Ma come avviene questa metamorfosi divina?
Bisogna, prima di tutto, avere una conoscenza della perfetta volontà di Dio. Ma come possiamo conoscerla? Come facciamo a sapere che ne sarà di noi, cosa fare domani o dove saremo tra cinque anni? CercarLo significa riuscire a trovarsi nel posto giusto al momento giusto.

Non possiamo decidere in che famiglia nascere, ma quello che conta è entrare nella famiglia di Dio. Capire che facciamo parte di un disegno divino e imparare a seguirlo. Lui fa ogni cosa per un motivo e se siamo nati in “quella” famiglia è per uno scopo.
Per proseguire verso il percorso che Lui ha per noi, dobbiamo essere trasformati costantemente, come il vaso d’argilla viene modellato dal vasaio, fino a diventare una scultura di valore, un’opera d’arte.

Paolo scrive che ogni giorno la nostra mente deve ricevere informazioni su chi siamo e su chi diventeremo. La metamorfosi avviene non conformandoci/schematizzandoci a questo mondo, cioè senza seguire l’andamento del mondo, le sue regole e i suoi principi; la metamorfosi avviene seguendo lo schema della Parola di Dio, entrando nella cultura del Regno di Dio spiegata dalla Bibbia. Questa ci trasforma, regalandoci la verità sul nostro senso sulla Terra.

I pensieri di Cristo nella nostra mente ci aiutano a respingere il male, a demolire ogni ragionamento che il diavolo, attraverso il mondo, usa per ferirci, per fermarci e per distruggerci. Per poter dire ogni giorno “Ho vinto!”… Ma solo se abbiamo Cristo Gesù nel nostro cuore e solo se abbiamo la mente di Cristo. Perché se Dio è con noi, chi sarà contro di noi, chi potrà batterci? Se Lui ha messo in noi ogni potenza e autorità, potremo respingere ogni male, niente potrà colpirci.
Non preoccupiamoci, non dobbiamo avere paura del domani; dobbiamo avere fiducia in Dio e in Lui troveremo la forza.
Oggi possiamo essere persone felici. Ci appartiene la pace, la gioia; ci appartengono di diritto perché facciamo parte del Regno di Dio.

La nostra vita è come una partita di tennis, a volte: non possiamo distrarci. Spesso non è un colpo solo a decretare la vittoria, ma la resistenza, la perseveranza e la fiducia che vinceremo. Se l’avversario vede che noi non vacilliamo, vacillerà lui.

Solo Gesù ci dirà sempre la verità e ci farà capire chi è sincero e chi ci mente, perché il mondo vive nella menzogna.
Diciamo bugie quando non sappiamo come uscire da situazioni scomode, perché vogliamo coprire qualcosa. Le conseguenze non sono mai piacevoli. Ed è lì che il diavolo si avvicinerà.
Una bugia tira l’altra. Ma la verità cambia tutto.
Al giorno d’oggi, la verità fa miracoli.

Ecco perché è importante essere nella volontà di Dio, sapere di piacerGli, di vivere la vita splendida che Lui ci ha garantito.
In tv non passeranno mai uno spot in cui promuovono l’esistenza esaltante che viviamo quando accettiamo Gesù, è una verità fastidiosa (per il mondo).
Chi ha la mente di Cristo non piange se stesso, ma prega Dio, chiede e riceve.
Ecco come si rinnova la mente: se questa cambia, cambia nostra tua vita, si trasforma il nostro destino.


Chiediamo a Dio di trasformarci. E non trascorriamo neanche un giorno senza Dio. Centriamo il bersaglio. Permettiamo a Dio di rendere il nostro domani una giornata splendida.


Scritto da Pastor Corsini

domenica 4 ottobre 2015

35. AFFARI


Il suo ragionamento non fa una piega.

Lui vuole uccidere il Re.

Io voglio uccidere il Re.

Ho qualche scrupolo solo per il ragazzino.

Magari posso farlo uccidere da Corallo o potremmo rinchiuderlo nella Prigione di Massima Sicurezza a Kroatoan (non che mi preoccupi di chissà cosa possa fare).

Si tratta di affari e il tempo sta per scadere, prima che il mio Regno pensa che abbiamo fallito e bombardi Gelso, uccidendoci tutti.

Tuttavia non mi sembra giusto prendere questa decisione da solo.

Tornerò alla dimensione reale e ne parlerò con Emma.

«Devo pensarci. Ne parlerò con i miei compagni e ti farò sapere».

Tenendo ancora in mano la corona del Re, vedo un guizzo nei suoi occhi grandi e vuoti.

«Ma non metterci troppo. Entro domani devi aver scelto. O anche tu rientrerai nel mio piano di sterminio, Logan, e mi dispiacerebbe. Non ho incontrato mai nessuno come me».

Non so per quale motivo, ma questo paragone, mi irrita.

Mi infastidisce.

Sono davvero come lui?

«Al ragazzino penso io», dico, prendendolo in braccio. «Anche su di lui, prenderemo io e i miei una decisione sul da farsi e intanto tu troverai Roy». A quest’ultima affermazione, più che richiesta, il suo volto si scurisce per un attimo.

«Trovarlo per farmi uccidere?! Cosa gli dico, che mi hai mandato tu? Non se la berrà mai».
Allora prendo una lettera reale scrivo una parola sul bigliettino e lo sigillo nella busta col timbro.

Una C rossa scarlatta.

«Dagli questa», gliela consegno, il mio pollice sfiora il suo indice mentre l’afferra. Le sue mani sono fredde. «E saprà che sei con me».

La parola è “casa”.

Una volta, durante una missione, stavamo parlando di quali fossero le parole più difficili da pronunciare o da ricordare per la loro complessità.

E Roy disse: «Anche casa è una parola tosta», e io me ne stupii.

«Non tutti ne hanno una. Alcuni riconoscono la loro casa quando ormai è troppo tardi. Ed è anche quella che temo di più, perché ogni volta che me ne vado a combattere contro qualche nemico, a battagliare in qualche guerra, non so se la rivedrò. Se ci tornerò».

Io non ho parole che mi piacciono.

Né che temo.

Prendo in braccio il principe ancora tramortito e lo porto nella libreria.

Sento Corallo esclamare alle mie spalle: «L’appuntamento è sempre qui, nella stanza del Re, alle ore 3 del pomeriggio! Ah, e, Logan», mi volto, i suoi occhi nei miei. «Non deludermi».

E odio quando lo dice.


Scritto da Valeria Quarto

domenica 27 settembre 2015

34. ASSENZA EMOZIONALE


«Cosa sta dicendo?», Enock mi tira la manica della maglia.

«Logan, cosa sta dicendo?!».

La sua voce stridula, spezzata, ha il sapore di chi ha capito.

Ha capito che è stato tradito.

Estraggo il pugnale velocemente, lo afferrò dalla lama, tagliandomi, ma è necessario.

Col manico lo colpisco sulla testa.

Colpisco il principe.

Cade sul pavimento tempestato di zaffiri della stanza del Re, svenuto.

Avrebbe dato di matto e in questo momento ci sono già io ad essere confuso.

Non provare emozioni, permette alla mia logica di operare sempre lucidamente e in modo diretto.

D’accordo, anche la morale mi influenza.

E colpire un ragazzino può sembrare che “non sia giusto”.

Ma, ragioniamo: ho questo tizio di fronte a me che stava letteralmente mandando all’aria la mia copertura.

E questo non va bene.

Tuttavia… Ha ragione. Io voglio uccidere Re Cedric. Gelso deve essere conquistata dall’interno, è questo il motivo per cui sono qui. Anzi, siamo.

«Dov’è Roy?», sapendo che lo sa.

«Roy è stato un incidente, non doveva usare Il Passaggio», sbuffa teatralmente, passeggiando avanti e dietro per la camera.

E in tutto questo, il Re dorme.

Non ha battuto ciglio quando ho colpito Enock.

«Il Passaggio?», domando.

Voglio inquadrarlo.

Sembrerebbe… un pazzo.

«Ma sì, è il nome che ho dato alla mia invenzione che ci ha permesso di passare sotto quest’altra forma, parallela a quello che si chiama “il mondo reale”».

Con il piede dà un leggero calcio al braccio del principe.

«Ehi, lascialo stare», gli intimo.

«Come, prima lo ferisci tu e poi io devo lasciarlo stare?», si muove come un attore, allarga le braccia esageratamente, cammina a grandi passi.

Ora si avvicina al letto del Re.

Lo guarda mentre dorme.

Anzi, non si limita a guardarlo… lo fissa.

«Te lo ripeto un’altra volta», mi accorgo del sangue che cola dal taglio che mi sono fatto sulla mano, tenendo il coltello dalla lama. Fa male «Dov’è Roy».

«Cosa vuoi che ne sappia?! Credi che mi interessi? L’ho intravisto in giro per i corridoi, ma mi importava più di non essere visto, quindi l’ho lasciato perdere», esclama esasperato, poggiandosi con la schiena sulla parete.

«Io voglio solo prendermi il trono, Logan. E per farlo sono costretto ad eliminare mio padre e il nanetto».

Quando dice “padre”, sussulto.

Lui se ne accorge.

Sembra molto intelligente, quasi geniale.

Non so, questo è quello che percepisco.

«Ti sorprende che lo chiami “padre”? O che voglia ucciderlo?», mi sorride. Come se mi stesse raccontando una fiaba o un aneddoto piacevole.

«Mi ha cresciuto, è vero. Ma non ho il suo sangue dentro di me. Enock, sì. Io voglio la corona, non voglio essere “il secondo” del principino per tutta la mia vita. Anche perché, sono arrivato prima io, Logan. E’ questione di correttezza. Potrai dirmi che, come è successo a te, avrei potuto non avere la benedizione di essere adottato e cresciuto con l’amore e la gentilezza con cui mi hanno trattato qua. Ma sai una cosa? Non sono serviti a nulla, Logan. Perché io non lo sento l’amore, io non la sento la gentilezza. Nella mia natura non esiste il sentire».

La sua voce è nitida. Sembra robotica.

«Ma tu lo sai, mi capisci», si dirige di nuovo verso il trono «e se avessi avuto un padre, fidati, anche tu, prima o poi, avresti voluto ucciderlo».

«Quindi ecco cosa voglio fare con te», si siede, prendendo la corona posata sul comodino alla sua destra e la rigira tra le  mani, le dita affusolate. «Tu lo uccidi. Fai fuori il bambinetto. Io salgo al trono e stipulo un patto con Kroatoan. Sarai acclamato e diventerai l’eroe del tuo Regno… E io avrò il mio. Se non ti fidi della mia parola – e faresti bene, io non mi fiderei di me – ti tranquillizzo dicendoti che non sono bravo a combattere, anzi: a differenza tua, sono debole fisicamente. Oltre che con questa Assenza Emozionale, come la chiamo io (mi piace dare nuovi nomi alle cose), sono nato con una carenza muscolare che mi rende fragile. Ogni volta che combattevo e che mi allenavo, subito dopo dovevo correre in infermeria. Ma, indovina un po’, lo facevo per compiacere il caro papà. A costo di stare male ogni volta. Adesso non mi importa più di lui, più di nessuno. Voglio il potere. Se non mantengo il giuramento, non ti sarà difficile uccidermi e io tengo alla mia vita più di qualunque altra cosa, quindi mi atterrò alla parola data. Io voglio il potere, tu vuoi una missione. Eccotela».


 Scritto da Valeria Quarto