Illustrazione di Alessia Tricarico |
Il cielo di Kroatoan è rosso.
Ogni Regno ha un cielo di colore diverso.
Questo pomeriggio abbiamo dovuto studiare
approfonditamente Clorophilia, la sua storia, la divisione sociale, la
geografia, la sua politica.
Se qualcuno ci chiede qualcosa, la copertura
deve reggere.
Il cielo di Clorophilia è giallo.
Mi chiedo come si faccia a vedere il
sole.
Quello di Gelso è azzurro.
Si dice che il colore “azzurro” sia nato
proprio dalla tonalità particolare del cielo di Gelso.
Tutti parlano bene di Gelso.
Molti
volevano entrarci, ma solo le persone “modello” possono viverci.
Ai cittadini nati lì viene perdonato
tutto, ma agli stranieri no, rischiano per ogni sgarro di venire espulsi.
Ovviamente, uno dei 30 prenderà il posto
(con la forza) di uno dei 7 Portieri delle Mura di Gelso.
I 7 Portieri analizzano chi può entrare.
Se è una visita, se è per sempre.
Abbiamo già un lasciapassare falso.
Dicono che a Gelso ci sia cibo a sazietà
e si possano mangiare perfino le nuvole.
Che sapore avranno le nuvole?
Ho preparato il borsone.
E’ la prima volta che affronto una
missione in borghese.
Sono vestito da capo a piedi con abiti
clorophilliani.
Maglia blu, un paio di jeans vissuti.
Indumenti provenienti tutti da Clorophilia.
Un piano perfetto.
Non ho paura di sbagliare.
La mia unica preoccupazione, se così si
può chiamare, è come riuscire a conquistare la fiducia del Re.
Entrerò a Corte come un umile servitore.
E poi, dovrò farmi notare da Lui in persona, per sperare di potermici
avvicinare.
Sono le 22:48.
Siamo già all’entrata del tunnel, scavato
dalla parte del muro opposto alla porta d’entrata per Gelso.
Quando tutti i Gentili, i Controllori e i
Portieri saranno alle prese con l’esplosione, che riuscirà a distruggere solo
il 30% delle mura, noi entreremo.
Sono previsti 17 minuti per attraversare
il tunnel.
Non un minuto di più.
Sembra un enorme tana di talpa.
Sarebbe ridicolo se crollasse mentre noi
lo attraversiamo.
La bomba costruita dagli illustri
Ingegneri, gli stessi che hanno esaminato e realizzato il Progetto Inside, è la
migliore ultima versione di esplosivo che sono riusciti a costruire.
L’ultimo attentato con una bomba attuato
a Gelso è stato 8 anni fa, con il risultato che solo il 4% delle mura furono
scalfite.
Non abbattute, scalfite.
Le Mura di Gelso sono d’oro bianco, ma
c’è chi dice che all’interno siano fatte di diamante.
Fu un disastro.
Il 30% va bene, considerato che è un
diversivo.
E il comandante Lock ha aggiunto ieri,
durante l’ultima riunione prevista solo per i 10 che sarebbero entrati a Corte,
che in questi 3 mesi gli Ingegneri avrebbero continuato a lavorare a questa
bomba fatta di un nuovo materiale, e che se noi avessimo fallito, avrebbero
utilizzato il nuovo esplosivo per distruggere l’intera città. Entro 3 mesi la
bomba sarebbe stata in grado di garantire una prestazione del 99,9%.
Ovviamente quello 0,1% è dato, anche in
questo caso, dal fattore umano.
Per esempio, se all’ultimo momento,
l’Ingegnere incaricato di premere il pulsante Rosso ha dei ripensamenti....
Noi vogliamo semplicemente l’oro.
Se il Re ce ne avesse concesso almeno
metà, questa guerra non sarebbe neppure iniziata.
Insomma le opzioni per noi sono: riuscire
o fallire.
Se falliamo, moriamo, o per mano del Re
in persona, o per mano del nostro stesso Paese.
Dobbiamo riuscire.
Sorge spontanea la domanda: come posso
voler vivere, se non mi importa, se non lo sento? Io non riesco a… sentire la vita.
So che se dovessi morire proverei dolore
fisico.
Ma nulla di più.
Né rimpianti, né rimorsi.
Però desidero vivere.
Perché è questo che si deve desiderare.
Mi hanno insegnato che bisogna amare la
vita o morire con onore.
O forse spero di rimanere in vita per
vedere se un giorno si troverà una cura al mio male.
So che i sentimenti, le emozioni, sono
belle. Ma anche terribili.
Ma darei la mia anima anche per provare
un attimo di dolore, un minuto di rabbia, un momento di felicità.
Mi sentirei vivo.
Non so se esistono altri motivi per
desiderare la vita. Per ora attendo solo, forse invano, forse no, che qualcuno
mi dica cosa fare…
Capisco la vita, cosa sia, perché “sia
bella”.
Ma non la vivo. Non posso. Ma voglio.
di Valeria Quarto
editing di Bianca Cataldi
Nessun commento:
Posta un commento