domenica 18 ottobre 2015

36. DONNE


«Non se ne parla! E’ fuori dal piano originario!», la quasi gioia di Emma nel rivedermi comparire con Enock tra le braccia, ancora svenuto per il colpo che gli ho dovuto dare, è durata davvero poco, giusto il tempo di spiegarle la proposta di Corallo.
«Non era nei piani che il Re potesse essere attaccato, che io lo salvassi, che il principe fosse rapito, che Roy scomparisse e che dietro tutto questo ci fosse Corallo!», ribatto.
Il ragazzino l’ho posato sul tappeto persiano che si estende per tutto il pavimento della camera in cui ci troviamo, quella degli scacchi, al secondo piano.
Le uniche tinte sono il blu cobalto e il bianco neve.
Sono accecato da questi colori, tuttavia meno fastidiosi di quelli di Corallo.
Non capisco perché non lo sopporto, e questo mi irrita.
Perchè ha stravolto i miei piani?
O perché… E’ come me?
«Poi questa storia di Roy non mi convince affatto!», continua Emma, passeggiando avanti e dietro per l’enorme stanza. «Insomma, hai girato tutto il castello, anche più di una volta, e non l’hai mai beccato? Com’è possibile?».
Questo è vero. Anche a me è sembrato molto strano.
Due sono le opzioni: la prima, che sia uscito dal castello, in cerca di un modo per tornare visibile; la seconda, che Corallo gli abbia mentito. E che gli abbia fatto del male.
Credo che Emma valuti solo l’ultima opzione.
Lo capisco dalla sua espressione preoccupata.
«Mi dispiace, ma è no. Io non mi fido di Corallo. Vuole ingannarci. Me lo sento».
«Non puoi fare la tua scelta sul “sentire” e sulle sensazioni, devi usare la logica, Emma. E la logica vuole che “il nemico del mio nemico diventa mio amico”», ribatto.
«La logica vuole anche che non ci si debba fidare di qualcuno che è stato cresciuto ed allevato come un figlio, senza che gli fosse dovuto, e che abbia attentato alla vita di suo padre al quale dovrebbe un’immensa gratitudine! E odia suo fratello, che, prima, lo idolatrava e lo vedeva come un mito! Chi, Logan, chi vorrebbe così tanto uccidere le persone che così tanto lo amano?»
Chi non sa cos’è l’amore, Emma.
Che non può sapere cos’è l’amore, perché non lo può provare.
Allora, mi viene un flash, un’idea o, più che altro, una rivelazione.
Non riuscirò mai a batterlo, proprio perché io riesco a ragionare come lui. Quindi è proprio con “le emozioni” e tutte queste… chiacchiere, insomma, che forse potrebbero dare una svolta alla situazione.
Emma è un’umana normale, cioè in grado di discernere il bene dal male sotto la spinta dei sentimenti che collegano gioia al primo, dolore al secondo. Inoltre è una donna, e si sa, le ragazze sono più “sensibili” (anche se su Emma avrei qualche obiezione).
«Allora cosa proponi?», le domando.
Ci pensa un attimo.
«Ci atteniamo al piano originale. Noi non dipendiamo da nessuno e se ci aggreghiamo a Corallo, questo è quello che inevitabilmente succederà, anche se lo negheremo, ma sarà così: Corallo ci dirà cosa fare e saremo sotto le sue direttive. Non esiste una cosa del genere. Inganneremo l’ingannatore. Gli faremo credere che accettiamo il suo piano, ma non sarà così; anzi: faremo in modo che sia lui ad uccidere il Re. E noi ne usciremo puliti, così nessuno sospetterà che abbiamo qualcosa a che fare con l’omicidio. Quando il principe si sveglierà, tu gli dirai che l’hai colpito apposta proprio perché sapevi quello che Corallo aveva in mente e volevi fargli credere che eri dalla sua parte. Limitati a negare le accuse che ti ha fatto. Il ragazzino ci crederà, dato che si risveglierà sano e salvo e libero – altrimenti l’avresti ucciso o legato a qualche palo o che so io. Inganneremo tutti, solo noi sapremo cosa fare veramente».
La sua determinazione e ordine nell’esposizione mi… spaventano.
«Ho solo due domande», azzardo. «Come convinciamo Corallo ad uccidere il Re, quando lui ha voluto me proprio per questo?»
Sospira, quasi spazientita.
«Creeremo la circostanza che lo farà ritrovare faccia a faccia con suo padre. Lo riporteremo alla forma materialmente visibile, ma noi saremo invisibili. Lo faremo impazzire… E credo che una volta che Re Cedric gli rivolgerà anche solo una parola, vacillerà. Brama la sua vita da troppo tempo».
Ok.
«E… Se non è riuscito ad ucciderlo la prima volta… come potrebbe riuscirci questa?»
«Nel modo più semplice del mondo, Logan. Gli chiederemo come sono andate davvero le cose, quella volta. In fondo sappiamo la versione raccontata da terzi, ma non da lui. Gli dirai che deve raccontartelo per capire come ucciderlo».
Poi Emma ha continuato spiegandomi che appena Enock si sveglia, gli racconteremo tutto (la falsa versione, si intende, che poi è solo parzialmente falsa) e dovremo imprigionarlo “per finta”.
Il suo piano è accettabile.
Mi chiedo se questa genialità derivi da una sua personale intelligenza o da una questione genetica a livello di specie e genere.
E’ una donna.


Scritto da Valeria Quarto

mercoledì 7 ottobre 2015

LA METAMORFOSI DIVINA DELL’ESSERE UMANO

Quanto è importante la mano di Dio sulla nostra vita?
Quanto è importante la Parola di Dio nella nostra mente?
Quanto è fondamentale lo Spirito Santo nel nostro spirito?
Quanto è importante Dio in ognuno di noi?
 





Gesù ha detto: «Senza di me non potete fare nulla», ma non tutti se ne sono resi conto.
Il mondo in cui viviamo, non è un mondo che sta crollando, no; è già crollato.
E solo quando afferriamo per mano Dio, possiamo rialzarci, qualsiasi sia la condizione in cui ci troviamo. La Bibbia ci insegna che non importa la situazione terribile che stiamo passando, Lui la può cambiare.
Lui può salvarci.
Può riciclare la nostra vita e non importa se siamo come una di quelle lattine schiacciate e accartocciate, Dio può restaurarci e trasformarci in qualcosa di nuovo. Niente è perduto con Lui.
Può mettere pace in ogni famiglia, può aiutarci in ogni situazione lavorativa, perché è Dio ad avere il controllo di tutte le cose. Per questo dobbiamo imparare a permettere allo Spirito Santo di guidarci verso le scelte migliori.

Il titolo di questo articolo, “La metamorfosi divina dell’essere umano”, si rifà proprio a questo: la trasformazione del bruco in farfalla, la trasformazione in qualcosa di nuovo, di migliore.

L’apostolo Paolo ne parla in Romani 12 nei versetti 1-2: Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, gradito a Dio; questo è il vostro culto spirituale. Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà.”

Gesù è venuto sulla Terra proprio per operare questa metamorfosi in ognuno di noi.
Perché questo? Perché quando non si ha Dio nella propria vita, si è destinati a fallire, a peccare.
Il peccato, che sembra un termine antico ed antiquato, significa “mancare il bersaglio” e mancare il bersaglio ogni giorno significa perdere ed essere alla deriva della nostra vita. Ma noi siamo chiamati ad essere più che vincitori in Cristo Gesù, come dice la Parola.
Chi è che non vuole essere un vincente? Ma possiamo esserlo solo centrando il bersaglio. Gesù vuole che viviamo una vita migliore delle pubblicità mostrate dal Mulino Bianco; Lui vuole che viviamo nella Famiglia Celeste, dove la gioia è davvero completa, dove Gesù ci dà la forza di farcela ogni giorno e dove lo Spirito Santo ci dà il potere di scacciare ogni male dalla nostra vita.

Ma il diavolo non vuole questo. Vuole che sbagliamo, vuole che non centriamo il bersaglio. Vuole che perdiamo.

Ma se noi siamo sempre con Dio e leggiamo la Parola ogni giorno, riusciremo a fare centro. Un esempio? La Bibbia dice che dobbiamo perdonare, di combattere (e di vincere) il male con il bene. Nel momento in cui mettiamo in pratica questa verità della Parola di Dio e perdoniamo, stiamo centrando il bersaglio. Stiamo vincendo.

Ma come avviene questa metamorfosi divina?
Bisogna, prima di tutto, avere una conoscenza della perfetta volontà di Dio. Ma come possiamo conoscerla? Come facciamo a sapere che ne sarà di noi, cosa fare domani o dove saremo tra cinque anni? CercarLo significa riuscire a trovarsi nel posto giusto al momento giusto.

Non possiamo decidere in che famiglia nascere, ma quello che conta è entrare nella famiglia di Dio. Capire che facciamo parte di un disegno divino e imparare a seguirlo. Lui fa ogni cosa per un motivo e se siamo nati in “quella” famiglia è per uno scopo.
Per proseguire verso il percorso che Lui ha per noi, dobbiamo essere trasformati costantemente, come il vaso d’argilla viene modellato dal vasaio, fino a diventare una scultura di valore, un’opera d’arte.

Paolo scrive che ogni giorno la nostra mente deve ricevere informazioni su chi siamo e su chi diventeremo. La metamorfosi avviene non conformandoci/schematizzandoci a questo mondo, cioè senza seguire l’andamento del mondo, le sue regole e i suoi principi; la metamorfosi avviene seguendo lo schema della Parola di Dio, entrando nella cultura del Regno di Dio spiegata dalla Bibbia. Questa ci trasforma, regalandoci la verità sul nostro senso sulla Terra.

I pensieri di Cristo nella nostra mente ci aiutano a respingere il male, a demolire ogni ragionamento che il diavolo, attraverso il mondo, usa per ferirci, per fermarci e per distruggerci. Per poter dire ogni giorno “Ho vinto!”… Ma solo se abbiamo Cristo Gesù nel nostro cuore e solo se abbiamo la mente di Cristo. Perché se Dio è con noi, chi sarà contro di noi, chi potrà batterci? Se Lui ha messo in noi ogni potenza e autorità, potremo respingere ogni male, niente potrà colpirci.
Non preoccupiamoci, non dobbiamo avere paura del domani; dobbiamo avere fiducia in Dio e in Lui troveremo la forza.
Oggi possiamo essere persone felici. Ci appartiene la pace, la gioia; ci appartengono di diritto perché facciamo parte del Regno di Dio.

La nostra vita è come una partita di tennis, a volte: non possiamo distrarci. Spesso non è un colpo solo a decretare la vittoria, ma la resistenza, la perseveranza e la fiducia che vinceremo. Se l’avversario vede che noi non vacilliamo, vacillerà lui.

Solo Gesù ci dirà sempre la verità e ci farà capire chi è sincero e chi ci mente, perché il mondo vive nella menzogna.
Diciamo bugie quando non sappiamo come uscire da situazioni scomode, perché vogliamo coprire qualcosa. Le conseguenze non sono mai piacevoli. Ed è lì che il diavolo si avvicinerà.
Una bugia tira l’altra. Ma la verità cambia tutto.
Al giorno d’oggi, la verità fa miracoli.

Ecco perché è importante essere nella volontà di Dio, sapere di piacerGli, di vivere la vita splendida che Lui ci ha garantito.
In tv non passeranno mai uno spot in cui promuovono l’esistenza esaltante che viviamo quando accettiamo Gesù, è una verità fastidiosa (per il mondo).
Chi ha la mente di Cristo non piange se stesso, ma prega Dio, chiede e riceve.
Ecco come si rinnova la mente: se questa cambia, cambia nostra tua vita, si trasforma il nostro destino.


Chiediamo a Dio di trasformarci. E non trascorriamo neanche un giorno senza Dio. Centriamo il bersaglio. Permettiamo a Dio di rendere il nostro domani una giornata splendida.


Scritto da Pastor Corsini

domenica 4 ottobre 2015

35. AFFARI


Il suo ragionamento non fa una piega.

Lui vuole uccidere il Re.

Io voglio uccidere il Re.

Ho qualche scrupolo solo per il ragazzino.

Magari posso farlo uccidere da Corallo o potremmo rinchiuderlo nella Prigione di Massima Sicurezza a Kroatoan (non che mi preoccupi di chissà cosa possa fare).

Si tratta di affari e il tempo sta per scadere, prima che il mio Regno pensa che abbiamo fallito e bombardi Gelso, uccidendoci tutti.

Tuttavia non mi sembra giusto prendere questa decisione da solo.

Tornerò alla dimensione reale e ne parlerò con Emma.

«Devo pensarci. Ne parlerò con i miei compagni e ti farò sapere».

Tenendo ancora in mano la corona del Re, vedo un guizzo nei suoi occhi grandi e vuoti.

«Ma non metterci troppo. Entro domani devi aver scelto. O anche tu rientrerai nel mio piano di sterminio, Logan, e mi dispiacerebbe. Non ho incontrato mai nessuno come me».

Non so per quale motivo, ma questo paragone, mi irrita.

Mi infastidisce.

Sono davvero come lui?

«Al ragazzino penso io», dico, prendendolo in braccio. «Anche su di lui, prenderemo io e i miei una decisione sul da farsi e intanto tu troverai Roy». A quest’ultima affermazione, più che richiesta, il suo volto si scurisce per un attimo.

«Trovarlo per farmi uccidere?! Cosa gli dico, che mi hai mandato tu? Non se la berrà mai».
Allora prendo una lettera reale scrivo una parola sul bigliettino e lo sigillo nella busta col timbro.

Una C rossa scarlatta.

«Dagli questa», gliela consegno, il mio pollice sfiora il suo indice mentre l’afferra. Le sue mani sono fredde. «E saprà che sei con me».

La parola è “casa”.

Una volta, durante una missione, stavamo parlando di quali fossero le parole più difficili da pronunciare o da ricordare per la loro complessità.

E Roy disse: «Anche casa è una parola tosta», e io me ne stupii.

«Non tutti ne hanno una. Alcuni riconoscono la loro casa quando ormai è troppo tardi. Ed è anche quella che temo di più, perché ogni volta che me ne vado a combattere contro qualche nemico, a battagliare in qualche guerra, non so se la rivedrò. Se ci tornerò».

Io non ho parole che mi piacciono.

Né che temo.

Prendo in braccio il principe ancora tramortito e lo porto nella libreria.

Sento Corallo esclamare alle mie spalle: «L’appuntamento è sempre qui, nella stanza del Re, alle ore 3 del pomeriggio! Ah, e, Logan», mi volto, i suoi occhi nei miei. «Non deludermi».

E odio quando lo dice.


Scritto da Valeria Quarto