martedì 30 maggio 2017

Lo storico duello tra Scienza e Fede: quando non saranno più nemiche?

   
 Sembra essere una partita a scacchi che non conosce tregua, quella che si gioca da secoli sulla scacchiera della vita: la convivenza tra fede e scienza, il cui rapporto è sempre stato conflittuale, apparendo opposte ed escludendosi a vicenda.
Ma è davvero così, scienza e fede viaggiano su binari tanto distanti, senza coincidere mai?

     Al riguardo del dibattito “scienza vs fede”, il giornale online Il Foglio riporta l’opinione di Robert Kurland, scienziato e fisico pluripremiato convertito da tempo al cristianesimo, che testimonia di come la scienza non rinneghi l’esistenza di un Dio Creatore, anzi, la confermi. Asserisce anche che la natura ha in sé regole descrittive e non prescrittive, ovvero descrivono, mostrano quel che è la realtà delle cose, cioè un riflesso di un mondo spirituale; cita il Salmo 19.1: «I cieli raccontano la gloria di Dio e il firmamento annunzia l’opera delle Sue mani». Insomma la prova empirica (elemento essenziale per la convalida di ogni ricerca scientifica) che Dio è “scientificamente provato” è visibile e palpabile intorno a noi, basta saper guardare. Ma c’è un problema: noi cerchiamo ciò in cui crediamo.

     Uno scienziato ateo, che non crede nel soprannaturale, volgerà sempre le sue ricerche nella conferma di quello che è il suo credo personale, ovvero la non-esistenza di Dio e muoverà i suoi studi su una strada obiettivamente limitata, che esclude l’Impossibile. E’ difficile trovare qualcosa (o Qualcuno) che non si sta cercando… Uno scienziato che crede, invece, spingerà le proprie ricerche oltre l’orizzonte dell’immaginabile, volendo trovare prove ulteriori della presenza di un Dio Padre su questa Terra, come nei Cieli, e per lui la scienza non sarà altro che un modo per approfondire la conoscenza di “Un” creatore.

     Difatti la parola scienza deriva dal latino scientia, che significa proprio conoscenza. E se da sempre l’uomo (e non la scienza, badate bene), ha voluto in qualche modo escludere l’evidenza della fede, la fede non l’ha mai fatto: nella Bibbia il termine scienza è presente 49 volte e non per rinnegarla, ma per esaltarla come conoscenza (presente 96 volte nella Parola) di Dio e di tutto il Suo creato.

Inoltre, ecco un ulteriore punto a favore della tesi che la scienza sia al servizio dell’uomo per confermare la fede nelle sue manifestazioni materiali e tangibili: le varie teorie che contrastano e confutano un disegno divino e l’esistenza di Dio sono, appunto, teorie e non teoremi. Le prime, sono ipotesi da avvalorare, i secondi sono ipotesi comprovate e quindi dimostrate. L’esempio lampante è la teoria dell’Evoluzionismo, diventata famosa soprattutto per la portata innovativa e originale, ma non perché… sia vera (e solo perché qualcosa è estremamente celebre e popolare, non significa che sia la verità). Questa teoria non riesce a guadagnarsi il titolo di teorema per dei gap nei processi evolutivi di più soggetti: dallo sviluppo del corpo umano – alcune ossa del corpo, la formazione dell’occhio che non risultano essersi evolute, bensì sembrano create “dal nulla” -, alla apparizione, trasformazione e sparizione di alcuni elementi terrestri – ricordiamo il celeberrimo mistero della scomparsa dei dinosauri.

     Al contrario, se si pensa alla tridimensionalità studiata e quasi architettonica del fiocco di neve, al corpo umano realizzato al dettaglio, alla laminina – che in pochi conoscono – ossia una famiglia di glicoproteine che consistono di tre diverse catene polipeptidiche, aventi molecole dalla forma di una croce con tre bracci corti e uno lungo, responsabile di spostamenti cellulari essenziali per la nascita e la crescita, è difficile credere che tutto ciò sia frutto di numerose casualità, che dopo tanti tentativi hanno combinato quella che è la nostra anatomia attuale… Una volta un medico (non cristiano) disse: «L’essere umano è fatto in modo così preciso e perfetto, che non può non essere stato creato da un’Entità Superiore».

     Un’altra cosa che non la scienza (badate bene di nuovo), ma lo scienziato ateo crede è l’impossibilità dei miracoli. Che cos’è un miracolo? Un avvenimento soprannaturale che si manifesta nel mondo naturale. Si sa che la Bibbia è piena di miracoli, ma in pochi sanno che molti di questi sono anche registrati storicamente, come l’episodio di una delle autorità del popolo di Israele, Giosuè, che ferma il sole: l’eclissi in questione risulta, e non è l’unico evento “incredibile” risultante negli studi storici. Si potrebbero far rientrare i miracoli nell’ambito scientifico riportando il versetto scritto nella lettera agli Ebrei 11.1: «La fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di realtà che non si vedono». La scienza è lo studio di quelle “dimostrazioni di realtà che non si vedono”, è una disciplina descrittiva.

     Forse sono stati episodi come la persecuzione di uomini di scienza (Giordano Bruno, Galileo Galilei), che hanno scosso certezze che la religione – e non la fede – aveva custodito per anni, e la loro condanna e tragica morte causata da uomini cosiddetti timorati di Dio, ha portato ad mettere in scena una guerra esasperante,che non avrebbe mai dovuto esserci.

     Bisogna cambiare modo di vedere le cose. L’uomo ha dato il via ad un contrasto che non c’è mai stato, in quanto fede e scienza non sono in antitesi, ma sono complementari. E se lo scopo di uno scienziato è scoprire la verità e andare oltre, può cominciare a farlo credendo nelle infinite possibilità grazie all’esistenza di un Dio dell’Impossibile. Ecclesiaste 3.11: «Dio ha fatto ogni cosa bella al suo tempo: egli ha perfino messo nei loro cuori il pensiero dell'eternità, sebbene l'uomo non possa comprendere dal principio alla fine l'opera che Dio ha fatta»: dentro di noi è già presente quella “laminina” che ci porta a credere e ad avere fede e con la scienza abbiamo modo di scoprire le dimostrazioni di realtà che non si vedono… e meravigliarci.


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