giovedì 19 giugno 2014

Con chi esci questa sera?

Il filosofo tedesco Ludwig Feuerbach una volta disse: “L’uomo è ciò che mangia”.

No, non è un articolo su come perdere cinque chili in una settimana senza dieta né esercizio fisico per avere un corpo da favola per la terribile prova costume, ma è un articolo su ciò che l’uomo è.
Troppo generico? Approfondiamo il concetto, allora, modificando la frase del filosofo così: “L’uomo è chi frequenta.”

Esatto, parleremo della comitiva, del gruppo, degli amici (o dell’amico).
Dando una sbirciatina nella Parola di Dio, che dà ogni tipo di consiglio, su ogni argomento immaginabile, Paolo dice: «Non v'ingannate: le cattive compagnie corrompono i buoni costumi» (1Corinzi 15:33).
Ad una prima occhiata, sembra un versetto bigotto, che pretende di dirci chi dobbiamo frequentare; invece, al contrario, è un ottimo suggerimento che ci dice chi dobbiamo evitare.

Cosa si intende per “Le cattive compagnie corrompono i buoni costumi”?
Per poter rispondere a questa domanda, dobbiamo prima capire cosa renda una compagnia buona o cattiva.
E la risposta, è sempre nella Bibbia: «Ed ora, fratelli, mentre concludo questa lettera, voglio dirvi ancora una cosa: indirizzate i vostri pensieri su tutto ciò che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato, quello che è virtù e merita lode.» (Filippesi 4:8).

La comitiva che frequentate è ricca di persone che ha questi pensieri e che li traduce in conseguenti comportamenti? Buon per voi! Siete in una “buona compagnia”.
La vostra comitiva NON si rispecchia in questa descrizione? Allora, forse, è il momento di cominciare a rifletterci su.
Perché, se credete che non diventerete come loro stando 24 ore su 24 con persone che non sono sincere, che non compiono buone azioni verso di voi e verso gli altri, che sono ingiuste, che non hanno una buona reputazione (e un motivo ci sarà…), state “ingannando voi stessi”, per dirla alla Paolo.

Avete presente quando eravamo piccoli e c’era quell’amica/quell’amico che ci stava così simpatica/o che ogni cosa che faceva o sperimentava, ogni gioco che proponeva… Noi lo imitavamo? Certo, eravamo alle scuole elementari, o magari alle medie, ma quello che dice Paolo, Ludwig e prima ancora di tutti loro messi insieme Dio, è che noi possiamo essere sicuri di noi, pensare che nessuno può cambiarci, anche se frequentiamo persone completamente differenti da noi, ma che giorno dopo giorno, in maniera impercettibile, se vorremo continuare a rimanere in quel gruppo, saremo costretti consciamente o inconsciamente a diventare come loro.
Per abbondare con le citazioni e i proverbi, chi va con lo zoppo, impara a zoppicare.

E per chiudere, perché è bene circondarci di persone incoraggianti, che ci danno l’esempio, che condividono i nostri stessi principi, ideali, che sono sempre pronti ad afferrarci prima che i nostri piedi inciampino?...
Serve davvero una risposta?
Gli amici servono ad arrivare prima ai traguardi che ci proponiamo, servono per ricordarci chi siamo.
E per essere dei veri amici, di quelli giusti, che tutti desiderano, conoscere Dio, averlo nel proprio cuore e nella nostra vita è il modo migliore per esserlo.
Perché Dio ha gli stessi pensieri descritti nel versetto di Filippesi 4:8, e Lui fa le stesse cose. E se Dio è così e noi abbiamo Dio in noi, anche noi saremo così. E saremo dei buoni amici e sapremo riconoscere quelli giusti.

L’ amico vero è così:
L'amico è paziente, è benevolo;
l'amico non invidia;
l'amico non si vanta, non si gonfia,
non si comporta in modo sconveniente, non cerca il proprio interesse, non s'inasprisce, non addebita il male, non gode dell'ingiustizia, ma gioisce con la verità;
soffre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa.
L'amico (vero) non verrà mai meno.

(Versione originale in 1 Corinzi 13:4-8)

God bless you, 

mercoledì 11 giugno 2014

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